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Abusi edilizi nell'azienda anticamorra, scatta il sequestro

Abusi edilizi nell'azienda anticamorra, scatta il sequestro

CASERTA. Un'azienda del Casertano dove si producono detergenti industriali, la “Cleprin" di Carinola, facente capo ai paladini anticamorra Antonio Picascia e Franco Beneduce, noti per le loro attività pro-legalità sul territorio, è stata sequestrata dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta su provvedimento del gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha accolto la richiesta della locale Procura della Repubblica. In particolare, si tratta di un sequestro preventivo degli immobili e del terreno circostante la proprietà dell'azienda per la violazione delle norme in tema di abusivismo edilizio e di tutela paesaggistica. I soci della Cleprin (trasferitisi dopo l' incendio del primo opificio, da Sessa Aurunca a Carinola), stando alle indagini, dopo aver acquistato all'asta un terreno in zona agricola, avrebbero realizzato interventi anche di ampliamento, di particolare consistenza, in assenza delle prescritte autorizzazioni, determinati aumenti di volumetria e di superficie utile. 

Opere che hanno interessato il capannone, un porticato, la palazzina degli uffici, un secondo capannone e l'area di lavorazione e ristoro. Dall'inchiesta, informa una nota della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere è “emerso, inoltre, che gli indagati hanno cercato di ottenere, con diversi espedienti fraudolenti, titoli autorizzativi in sanatoria in maniera illegittima attestanti la conformità urbanistica e paesaggistica delle opere, in particolare utilizzando la possibilità concessa a chi acquista in sede di procedura concorsuale il condono entro 120 giorni dalla emissione del decreto di trasferimento". Il tutto, è avvenuto tramite false rappresentazioni nelle relazioni descrittive e dei grafici dello stato dei luoghi allegati all'istanza di condono. In sostanza, i titolari della Cleprin, hanno  provato a far risultare il cambio di destinazione d'uso, da agricolo ad industriale, e le opere eseguite sull'immobile con aumenti volumetrici e di superficie come realizzati entro la data indicata dalla legge sul condono del 1994, invocata nelle istanze.

Il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, condividendo l'operato della Procura della Repubblica, ha ritenuto “sussistente il quadro indiziario nonostante siano pervenute denunce da parte dei due indagati, con le quali rappresentavano fatti illeciti compiuti da parte dell'ufficio tecnico comunale di Carinola nell'ambito della gestione della pratica edilizia in questione e anche da parte del personale del Commissariato di Polizia di Sessa Aurunca che ha condotto fino al dicembre del 2018 le indagini che hanno portato al sequestro odierno". Indagini, intanto, sono ancora in corso sull'incendio, presumibilmente doloso, scoppiato nel 2015 nella prima sede dell'azienda a Sessa Aurunca. L'inchiesta, affidata in un primo momento alla Dda è stata poi trasferita alla Procura ordinaria della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ed è ancora in corso per accertare nuove ed eventuali responsabilità. 

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