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02 Dicembre 2015 - 20:09
«Ho cominciato questo lavoro all’età di 16 anni. A quei tempi il linguaggio televisivo doveva essere era lento. Io parlavo molto velocemente, ma ad oggi sono ancora sul piccolo schermo»
Si è tenuto oggi, presso l’aulario di Via Perla, il convegno dal titolo “Linguaggi della comunicazione televisiva” con gli interventi di Lucio Presta manager e produttore artistico, Paolo De Marco docente di Storia contemporanea, Giuseppe Angelone docente di Cinema, fotografia e televisione, e la conduttrice televisiva Paola Perego. L’incontro organizzato dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali della SUN, è stato l’occasione per tracciare un quadro completo sull’evoluzione della comunicazione televisiva dagli esordi della TV fino ai giorni nostri.
«La televisione degli inizi ha avuto una grande importanza per la nostra società, innanzitutto perche ci ha insegnato a parlare – ha dichiarato Paolo De Marco – A partire dai programmi di intrattenimento, essa aveva uno scopo didattico ed utilizzava un linguaggio evoluto volto ad alfabetizzare le masse. La televisione commerciale, invece, non ha la pretesa di insegnare alcunché».
Il manager Lucio Presta ha rilevato l’aspetto economico ed il benessere che la televisione di oggi avrebbe apportato al nostro Paese, definendola come una delle industrie più produttive al mondo. Secondo Presta lo strumento televisivo è mutato principalmente attraverso due fasi: quella del “bianco e nero” nella quale dominava la fantasia, e quella dei “colori” in cui la realtà ha preso il sopravvento sull’immaginazione.
«Ho cominciato questo lavoro all’età di 16 anni – ha detto l’ospite d’eccezione Paola Perego – quando la televisione era sistematizzata da norme più rigorose. Il linguaggio doveva essere lento e si tendeva a rasentare la perfezione. Io parlavo molto velocemente, allora mi fu detto che quella non era la strada per me. Ad oggi però sono ancora sul piccolo schermo. Al contrario la comunicazione televisiva odierna tende ad imitare la quotidianità e vi è un ritmo molto più veloce. Anche la pubblicità svolgeva un ruolo diverso: il Carosello degli anni ’60 era un momento di condivisione che lasciava spazio ai sogni, la pubblicità contemporanea è caratterizzata da tecniche che inducono il pubblico a comprare un determinato prodotto».
«Sono molto entusiasta – ha dichiarato la professoressa Chirico - della grande risposta che tale appuntamento ha ricevuto da parte degli studenti, spero che gli argomenti trattati in questa sede, possano contribuire alla formazione culturale di tutti coloro che hanno deciso di partecipare».
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