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Caos Psr, polemiche sulle graduatorie

Caos Psr, polemiche sulle graduatorie

NAPOLI. Graduatoria vince, graduatoria perde. Chi, come me, ha frequentato l’Università a Napoli, ricorderà sicuramente il primo contatto avuto con Piazza Garibaldi. Tra le tante figure folkloristiche, una che attirò la mia attenzione sin dal primo giorno e che mi è sempre rimasta fissa in testa è quella del “mastro di carte”, quella persona che su un panchetto pieghevole, con l’aiuto di una piccola banda di cinque o sei persone, ciascuno con il proprio compito, invitava i passanti a scommettere indovinando sotto quale delle tre carte che abilmente faceva scivolare sul tavolino, si nascondesse un asso. Ora, un po’ perché i tempi cambiano, un po’ perché sono sempre meno quelli che si lasciano ingannare, il gioco delle tre carte è meno usuale. Non dappertutto, però, perché pare che a Palazzo Santa Lucia, ci tengano alle tradizioni e quindi abbiano pensato bene di sopperire a tale mancanza applicando il gioco delle tre carte alla gestione del secondo più importante fondo strutturale per l’agricoltura d’Italia per dotazione finanziaria, il Psr Campania. Diversi mesi fa, dalle pagine di questa testata, all’epoca in cui Franco Alfieri era consigliere per l’Agricoltura, avemmo a dire sulla gestione della misura 4.1.1.-Ammodernamento aziendale la cui graduatoria regionale, concepita sulla base di una fase istruttoria confusionaria e pasticciona fu partorita in piena estate. Noi fummo tra i primi a definirla una inutile corsa del ciuccio e ora, giunti a fine anno, la realtà sembra darci ragione. Furono segnalati punteggi gonfiati oltremodo, disparità di trattamento tra province e province e in seno alla stessa provincia e pratiche non ammesse perché non istruite per mancanza di tempo (è il timing, bellezza, e tu non puoi farci niente!). Per cercare di metterci una pezza, la Regione pensò bene di nominare una commissione interna con il compito di valutare le prime 60 domande in graduatoria. Mai pezza fu peggiore del buco. Da indiscrezioni è emerso che la maggior parte delle domande esaminate presenterebbe gravi carenze che sgonfierebbero il punteggio attribuito ricollocando le istanze in posizioni per le quali non è previsto il finanziamento per carenza di fondi. Ma c’è di più: diversi sarebbero i casi nei quali istanze “immediatamente finanziabili” non avrebbero avuto neppure i requisiti per accedere alla graduatoria. Insomma, la situazione sarebbe talmente ingarbugliata che da giorni si rincorrono voci di un decreto di annullamento della graduatoria già pronto sulla scrivania di De Luca. La rivelazione sarebbe circolata anche durante qualche incontro sul territorio dell’entroterra, su segnalazione di qualche tecnico. Così dagli uffici provinciali si rincorrono, a giorni alterni, voci di una firma imminente, che certificherebbe ipso facto il fallimento di tutta l’operazione. Intanto, vengono fuori numeri da capogiro che potrebbero portare uno spettatore poco attento a credere che le cifre di cui si parla siano riferibili alle misure strutturali: a quelle, cioè, che gli addetti ai lavori definiscono “non connesse alla superficie o agli animali”. Mentre è proprio sul pagamento di queste che si è riuscito a fare cassa pagando tutto il pagabile e (addirittura) arrivando a liquidare il saldo 2019, cosa mai accaduta a memoria di uomo. Anche perché non vi è, in pratica, una misura di rilievo sulla quale non penda la spada di Damocle di qualche ricorso. Della graduatoria della 4.1.1. si è già discusso: c’è?, non c’è?, si annulla?, si rifarà? L’impressione è che in questa fase il motto della Regione sia “chi non fa, non falla”. La graduatoria della misura 4.2.1. è stata approvata da pochi giorni - dopo che su 76 domande presentate, in fase di riesame sono stati accolti ben 16 ricorsi (in pratica ogni 10 domande istruite, 2 sono state in qualche modo istruite male). E del Progetto Giovani? Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Come se il polverone, ancora non posatosi, sulla 4.1.1. non avesse insegnato nulla e, anzi, avesse consigliato di osare di più, anche le istruttorie della misura 4.1.2. - 6.1.1. si sono svolte nel caos più completo senza che a monte la Regione avesse cercato di uniformare i criteri di valutazione tra le cinque province campane, con l’imposizione di timing talmente indifferibili da essere differiti (per molti, ma non per tutti, per dirla con un vecchio adagio pubblicitario) e già una pioggia di richieste di riesame che infesterà le pec dei protocolli provinciali per i prossimi 8-10 mesi. Si è assistito ad un opera dei pupi da far impallidire, con una buona porzione delle domande della provincia di Benevento – quelle con il punteggio richiesto più basso - dirottate a Caserta per l’istruttoria e da qui rispedite al mittente. In una situazione del genere si sarebbe potuta auspicare una dilazione dei tempi di consegna che avrebbe consentito un esame più sereno delle istanze: e invece no. La scure del timing ha fissato al 14 novembre la fine delle istruttorie perché, costi quel che costi, entro il 15 novembre tutte le graduatorie dovevano essere pubblicate. I bene informati raccontano che gli ultimi giorni prima della scadenza, per rispettare il timing, all’Ufficio di Benevento se ne siano viste di cotte e di crude con pratiche restituite dagli istruttori al responsabile di misura, da questi riassegnate ad altri istruttori che a loro volta le restituivano o, peggio, le bocciavano dopo una istruttoria che definire estremamente sommaria equivale ad utilizzare un eufemismo. Il risultato? Delle 759 pratiche presentate, il 40% non è stato ammesso, appena una ottantina delle pratiche ammesse presenta un punteggio superiore agli 80 punti e solo 220 superano la soglia psicologica dei 70 punti. Per fare un raffronto, nella provincia di Avellino sono state ammesse l’87% delle pratiche, di queste quasi 200 superano gli 80 punti e sono quasi 350 quelle con punteggio superiore ai 70 punti. E poi c’è Salerno il cui timing, che, come la legge, dovrebbe essere uguale per tutti, è più uguale che per gli altri. La graduatoria della provincia di Salerno, infatti, è stata pubblicata sul sito dell’Assessorato 10 giorni dopo quella di Benevento, quasi un mese dopo quella di Avellino con un ritardo che qualcuno non ha esitato a definire sospetto, quasi a voler attendere prima gli esiti della graduatoria delle altre province per poi comportarsi di conseguenza. Certo è che 10-15 giorni di tempo in più avrebbero consentito che altrove si svolgessero in modo se non più accurato, sicuramente meno scialbo, decine di istruttorie. A Salerno sono state istruite 940 domande, di queste il 74% sono state approvate, 160 con punteggio superiore agli 80 punti e ben 384 con punteggio superiore ai 70 punti. A questo punto sono d’obbligo tutti i condizionali possibili e immaginabili. Staremo a vedere.    

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