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Le mani del clan sull'ospedale, confiscati beni per oltre 6 milioni

Le mani del clan sull'ospedale, confiscati beni per oltre 6 milioni

CASERTA. La Dia di Napoli ha confiscato beni per oltre 6,5 milioni di euro a cinque imprenditori casertani - ritenuti contigui al clan dei Casalesi, fazione Zagaria - attivi in diversi settori economici (edile e tecnologico). Si tratta di Raffaele Donciglio (classe 1967), Vincenzo Cangiano (classe 1982), Orlando Cesarini (classe 1946), Domenico Ferraiuolo (classe 1951) e Luigi Iannone (classe 1977). Le indagini svolte dalla Dia su delega della Procura di Napoli hanno consentito «non solo di ricostruire il loro assetto patrimoniale, ma anche di delineare la loro “pericolosità qualificata", derivante dai rapporti emersi con il clan dei Casalesi, fazione Zagaria, nel settore della gestione degli appalti all'interno dell'Azienda ospedaliera “S. Anna e S. Sebastiano" di Caserta». L'inchiesta giudiziaria, per la quale sono stati già condannati - nel marzo scorso - dalla Corte di Appello di Napoli a pene che vanno dai sette agli otto anni di reclusione, aveva accertato, evidenzia la Dia, «la piena operatività del clan» all'interno della struttura sanitaria, facendo emergere «una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni venutasi a creare con appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell'imprenditoria, che garantiva il controllo e la gestione, in regime di assoluto monopolio, degli appalti e degli affidamenti diretti di lavori all'interno dell'ospedale casertano». 

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