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06 Luglio 2020 - 13:21
NAPOLI. I treni della Circumvesuviana stanno partendo dalle stazioni capolinea con 10 minuti di ritardo per protesta dei lavoratori contro «l'assenza di iniziative concrete, sia aziendali che delle forze dell'ordine, per tutelare l'incolumità fisica di chi lavora e usa i mezzi di trasporto». Lo rende noto il sindacato Orsa, all'indomani dell'aggressione ai danni di un capotreno a bordo di un treno della Circumvesuviana, linea gestita dall'Eav (holding dei trasporti della Regione Campania).
«È un episodio gravissimo - scrive l'Orsa - perché è il sintomo di un male che azienda e le istituzioni stanno sottovalutano, facendo finta di voler credere, e far credere, che le telecamere sui treni, sui bus e nelle stazioni siano un deterrente contro eventi criminosi. In un epoca in cui le immagini sono tutto, da una dirigenza che ha fatto proprio dell'immagine, dell'apparenza e non della sostanza la propria ragion d'essere, che ha occupato tutti i mezzi di informazione con selfie e comunicati privi di reali e concreti contenuti, non ci meraviglia ma purtroppo non ci sorprende neanche l'assenza di carabinieri e polizia sui treni e sui bus. Solo qualche mese fa avevamo tutto il territorio presidiato in modo capillare dalle forze dell'ordine e finanche dall'Esercito, dovevamo persino dimostrare il perché ci stavamo recando al lavoro, oggi invece i lavoratori dei trasporti hanno timore di andare al lavoro perché non sanno quando e come potranno ritornare a casa».
Da oggi quindi, sottolinea l'Orsa, «per sottolineare il ritardo con cui si affronta il problema della sicurezza dei trasporti e sui mezzi di trasporto, per portare la solidarietà al lavoratore aggredito, i treni della Circumvesuviana partiranno dai capilinea con 10 minuti di ritardo. Un ritardo che dovrebbe pesare innanzitutto sulla coscienza di chi, chiamato a dirigere un'azienda di trasporto, deve essere presente anche sui luoghi di lavoro per capire i reali problemi che ci sono e per trovare il modo di risolverli, invece di invadere stampa e social di comunicati, interviste senza contraddittorio, foto, e selfie che nulla hanno a che fare con la dura realtà che chi viaggia su treni e bus ogni giorno è costretto a subire».
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