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08 Settembre 2020 - 14:18
NAPOLI. Bloccati in casa e appesi a un filo, quello del telefono, in attesa dell’esito di un tampone fatto più di sette giorni fa, il 31 agosto per essere precisi: e intanto il lavoro va a rotoli. Ne sa qualcosa Silvio Nuzzo, agronomo napoletano, chiuso in casa oramai da più di una settimana in attesa di una risposta dall’Asl Napoli.
«Lo scorso 31 agosto – spiega Nuzzo - ho fatto il tampone al Frullone dopo essere rientrato dall’estero, come da disposizioni dell’ordinanza regionale. Sono arrivato insieme ad alcuni amici alle 13,30 e ho preso il numero 607, considerando che dopo di noi sono arrivate molte altre persone, posso pensare che in quella giornata sarà stato effettuato quasi un migliaio di tamponi. Avremmo dovuto avere i risultati entro 72 ore e invece siamo ancora in attesa, bloccati in casa con le attività professionali che subiscono grandi ritardi se non addirittura il blocco totale. Io ad esempio ho disdetto tutti gli appuntamenti della scorsa settimana e per quella appena iniziata, nell’incertezza non ne ho fissati ancora».
Se il telefono tace in arrivo, va anche peggio in uscita. «L’Asl ci aveva dato un numero al quale chiamare: è sempre occupato e se pure una volta è libero, non risponde nessuno. Al numero verde, stesso silenzio. Abbiamo trovato da soli un altro numero da contattare, ma il risultato è lo stesso. Venerdì scorso a una persona riuscita a parlare con un operatore, avevano detto che entro la serata sarebbero arrivati i risultati. Invece eccoci ancora qui: asintomatici e bloccati in casa senza poter lavorare».
Il problema è serio, molto serio e non ne sfugge la gravità a Vincenzo Schiavo, segretario vicario regionale della Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale: «Mentre in Campania si accelera sui tamponi, con un lavoro enorme degli operatori, il numero dei cittadini in isolamento fiduciario aumenta sempre più per l’incapacità di comunicare gli esiti in tempi accettabili. Allo stato noi medici di famiglia - denuncia Schiavo - non siamo messi in condizione di offrire una risposta adeguata alle giuste richieste dei cittadini sottoposti a controllo. Così rischiamo di mettere in crisi centinaia di nuclei familiari e mandiamo in fumo centinaia e centinaia di ore di lavoro. I cittadini restano infatti ostaggio di un sistema informativo del tutto inadeguato, in isolamento anche dopo un risultato negativo del tampone solo perché nei nostri sistemi non appare in tempo un referto. Ecco perché i medici di medicina generale richiedono ad horas la possibilità di accedere ai risultati dei tamponi effettuati».
Antonio D’Avino, vice presidente della Fimp, la Federazione dei medici pediatri, sottolinea invece con grande favore la strada intrapresa dalla Regione con l’incremento dei tamponi: «Ci sembra la sola strada possibile, con un adeguato numero di tamponi saremo in grado di alleggerire le famiglie dal rischio di continue quarantene. Non sarebbe giusto e non sarebbe sostenibile l’isolamento domiciliare di 14 giorni in attesa dei tamponi e con tempi incerti».
Ecco perché è già pronto il piano concordato con la Regione, che i pediatri di famiglia attueranno e che prevede almeno tre misure straordinarie: possibilità di prescrivere direttamente i tamponi rino-faringei, certezza che i tamponi siano eseguiti entro 24 ore dalla richiesta e i risultati inviati in tempi rapidi al pediatra attraverso la piattaforma regionale e-Covid Sinfonia. «Con l’autunno e la riapertura delle scuole - dice D’Avino - i bambini con sintomi simil influenzali saranno moltissimi. La Regione Campania ha dimostrato di saper arginare il rischio di contagio nei mesi più critici; se vogliamo consolidare questo risultato dobbiamo continuare a fare squadra».
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