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06 Ottobre 2020 - 16:45
In regime di intramoenia allargata ha svolto, presso il proprio studio privato, più di 2mila visite mediche percependo dai pazienti visitati i relativi compensi e senza riversare all'Azienda ospedaliera la quota parte spettante.
Questa l'accusa nei confronti di L.C.A., dirigente medico dell'Azienda ospedaliera "Moscati" di Avellino, indagato per peculato e nei confronti del quale i finanzieri del Comando provinciale di Avellino hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, emesso dal gip di Avellino su richiesta della Procura irpina, fino a concorrenza dell'importo di 28.684,79 euro.
Secondo quanto emerso dalle indagini, tra il 2015 e il 2018 il medico, nella sua qualità di agente contabile, ha omesso il versamento all'Azienda ospedaliera di riferimento della quota parte dovuta, il 21,44% del totale dei compensi, appropriandosene indebitamente. Le indagini della Guardia di Finanza di Avellino sono scaturite da una verifica fiscale avviata nei confronti del professionista dallo stesso reparto.
I finanzieri, ricostruendo le prestazioni svolte dal medico, hanno accertato che lo stesso, dipendente pubblico, ha operato presso il proprio studio privato in violazione del regime per cui era autorizzato, ricevendo direttamente dai pazienti le prenotazioni delle visite e i corrispettivi in denaro, il tutto senza passare per il canale di prenotazione dell'azienda sanitaria.
Nel complesso è stato accertato, per il periodo di riferimento, che il professionista ha omesso di fatturare visite mediche per oltre 2mila pazienti, fatturando solamente 345 visite, e violando così le condizioni stabilite con l'autorizzazione ricevuta per l'intramoenia allargata.
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