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16 Ottobre 2020 - 21:12
L'Associazione Sac Sannio e Alto Casertano, realtà che ad oggi conta 500 imprenditori del settore enogastronomico e della ristorazione, a voce unica esprime in una nota «la sua perplessità ed estrema preoccupazione per la situazione vigente in Campania. Allarme, non allarmismo, che si allarga soprattutto a uno dei maggiori settori d'introito del territorio: il turismo».
«A seguito alla pubblicazione del Decreto e all'entrata in vigore di diverse Ordinanze Regionali, tutto il comparto dei Pubblici Esercizi ha riscontrato diverse ed evidenti problematiche che stanno ulteriormente e definitivamente mettendo in ginocchio il settore. Già al collasso dopo i mesi trascorsi. - si legge nella nota - Una delle criticità più sofferte pertiene la competenza degli organi di controllo. Gli imprenditori infatti, consapevoli per storia e radicamento nei diversi luoghi delle criticità, accusano l'incompetenza delle persone delegate a promulgare regole ormai dichiaratamente disconnesse dalla realtà».
«Il settore di pertinenza - dichiara la Sac - è uno di quelli più garantisti di efficienza a fronte delle più rigide norme anticontagio. Tra queste: Mascherine da mesi, anche in estate, in cucina e vicino ai forni. Misurazione della febbre a tutti, con dispositivi spesso più efficienti di quelli richiesti come i termoscanner. Protocolli di sicurezza studiati da professionisti ed esperti della sicurezza sia del lavoro che dei luoghi di lavoro, validati a norma di legge e talvolta discussi con le Forze dell’Ordine. Conservazione dei dati nei registri d'ingresso clienti, operazione che apre l'enorme discussione sulla tutela della privacy con negative ricadute sui commercianti a livello d'immagine. Riduzione delle capienze con conseguente riduzione dei fatturati, a fronte di un aumento dei dipendenti per garantire il massimo delle eccellenze. Tutela dei fornitori piccoli e locali per salvaguardare un enorme patrimonio di aziende in crisi. Dialogo con i clienti, non sempre facile a causa di una percezione di eccesso di protezione per interessi altri e altrui. Rapporto con le forze dell'ordine sempre all'insegna del rispetto ma che soffre un'involuzione delle stesse in sceriffi deputati al controllo dei cavilli con spesso multe o verbali senza possibilità di ravvedimento. Riduzione degli orari obbligata per motivi poco comprensibili».
Gli imprenditori del Sannio e Alto Casertano «vogliono con questo rassicurare legislatore, Forze dell'Ordine e clienti sull'assoluta precisione e aderenza a normative in continuo mutamento e spesso ingiustificabili e incomprensibili, con danni economici ingenti vissuti come un investimento sulla salute del proprio territorio, della propria gente. La situazione attuale che i 500 imprenditori della SAC devono affrontare però rischia d'essere, concretamente e in maniera decisamente preoccupante, un ultimo colpo inferto non solo a un territorio commerciale, ma a una cultura e una tradizione». Motivo per cui «gli imprenditori esortano legislatori, Forze dell'Ordine, organi preposti a non criticizzare ulteriormente la situazione arrivando, a breve, a un entroterra campano di serrande abbassate a causa della mancanza di attenzione. L'assenza di aiuto agli imprenditori nel capire e consigliare le migliori soluzioni hanno corrisposto a multe e chiusure di diverse attività».
«Sac si augura di non dover agire per la propria sopravvivenza e soprattutto per la sopravvivenza di un territorio socio-economico e culturale che ha già reagito al virus, ma che sta soccombendo a delle regole discutibili. La ferma convinzione infatti, delle centinaia di imprenditori che compongono SAC, è di essere vittime di una enorme ingiustizia» conclude la nota.
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