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Campania zona rossa, tre miliardi di danni

Campania zona rossa, tre miliardi di danni

NAPOLI. La zona rossa fa perdere alla Campania circa tre miliardi di euro. Che significa una perdita di altri due punti percentuali rispetto alle stime del -8 per cento rispetto al 2019.

L’IMPATTO SUL MONDO ECONOMICO. Ad affermarlo è il presidente di Svimez, Adriano Giannola, che, pur trovando inevitabile la decisione del Governo «presa in considerazione di mantenere sotto controllo gli aspetti del sistema sanitario della regione di reggere l’emergenza», avrà un forte impatto sull’economia. Che, comunque, sottolinea, non avrà particolari effetti differenziali rispetto a quello che c’era nelle ultime settimane. «Ogni lockdown ha un costo economico che poi va ad aggiungersi alle altre urgenze», dice.

I TEMPI INCERTI DANNEGGIANO LE IMPRESE. E se per alcuni settori si avvertiva fino ad ieri una lieve ripresa, i tempi incerti della diffusione del contagio l’allontanano ancora di più con il rischio di minare ulteriormente la capacità produttiva di molte imprese. Soprattutto quelle che non hanno ancora completato il percorso di rientro dallo stato di difficoltà dovuto al lockdown primaverile. Purtroppo, sottolinea l’economista, «la seconda ondata della pandemia trova un Paese provato, colto in mezzo al guado di un percorso tutt'altro che entusiasmante, intrapreso per mettersi in salvo sulla zattera del Recovery Fund, senza una stella polare capace di dare la rotta, perché non c’è il coraggio di fissarne una, eludendo qualsiasi ed esplicito aggiustamento strategico e riproponendo l’edizione riveduta e corretta del tornare a correre come prima. Quella, cioè, di far correre il Nord rallentando il Mezzogiorno».

IL DECRETO RISTORI. Giannola ribadisce che il decreto Ristori darà ossigeno al sistema economico, ma «che ne sarà di chi lavora in nero? C’è gente che vive ancora con l’economia del vicolo e che non avrà nessuna forma di ristoro». Per l’economista c’è bisogno di ben altro per una platea cui occorre dare risposte più incisive e strutturali per evitare la caduta della tenuta sociale. E alla svolta, sostiene, dovrà partecipare lo Stato come «grande datore di lavoro». Cominciando dagli investimenti in lavori pubblici e dalle opere di rigenerazione urbana che da sole potrebbero dare occupazione a diverse decine di migliaia di nuovi occupati. Oltre al fatto che ogni euro di investimento nella realizzazione di lavori pubblici in Campania potrebbe produrre un incremento cumulato di reddito di 1,84 euro. Non è poco per una regione che ha fame di lavoro.

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