Tutte le novità
24 Novembre 2020 - 11:54
La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Salerno ha individuato 75 cittadini del capoluogo che hanno illegittimamente percepito i cosiddetti "buoni spesa Covid", per l'acquisto di generi di prima necessità durante il precedente lockdown. Nello specifico, circa 800mila euro sono stati destinati al Comune di Salerno, che ha avuto il compito di distribuirli alle famiglie più bisognose, in base ai requisiti reddituali e patrimoniali fissati nel bando.
Dopo un preliminare esame delle domande, il Comune ha riconosciuto il beneficio ad oltre 3mila nuclei familiari, assegnando a ciascuno dei capofamiglia due buoni dal valore di 50 euro, più uno per ogni congiunto a carico. Tutte le richieste accolte sono state poi passate ai finanzieri della prima Compagnia di Salerno che, sulla base di una preventiva analisi di rischio, hanno selezionato circa 300 posizioni, sulle quali si sono concentrati i successivi approfondimenti e riscontri. Incrociando le risultanze dei tanti database in uso, le Fiamme Gialle di Salerno hanno così individuato 75 istanze presentate con dati incompleti o non rispondenti al vero, per un ammontare complessivo che supera i 21mila euro.
Le irregolarità emerse si riferiscono soprattutto a situazioni in cui il beneficio è stato concesso più volte allo stesso nucleo familiare, per effetto di richieste avanzate da più di un componente. Le irregolarità accertate sono state segnalate al Comune di Salerno per l'immediata restituzione degli importi indebitamente percepiti. Alcuni dei trasgressori hanno nel frattempo definito la propria posizione, pagando in aggiunta una sanzione pari all'ammontare dei buoni ricevuti senza averne titolo. Negli altri casi, trascorsi inutilmente 60 giorni dall'accertamento delle irregolarità, sarà interessata la Prefettura di Salerno, competente all'irrogazione della sanzione amministrativa, questa volta nella misura più grave del triplo dello stesso valore di partenza dei buoni spesa.
Ben 32 buoni spesa alla stessa famiglia, sulla scorta di domande presentate distintamente da addirittura 4 dei 7 membri, ognuno dei quali ha in questo modo intascato 400 euro. È uno dei casi scoperti. In alcuni casi, gli istanti hanno omesso di dichiarare le ulteriori forme di sussidio comunque percepite, ad esempio il reddito di cittadinanza o la cassa integrazione in deroga. Non sono mancati quelli che hanno ridimensionato il proprio nucleo familiare, non facendo risultare chi guadagnava un regolare stipendio o già beneficiava di specifiche indennità, come quella di invalidità, e c'è anche chi ha attestato che il figlio era disoccupato, quando invece gestiva un'attività di ristorazione ben avviata in città.
Numerosi quindi gli espedienti adottati da quanti, pur di ottenere i buoni spesa, non hanno esitato a dichiarare il falso, senza considerare che, laddove i fondi fossero risultati insufficienti, rischiavano di rimanere escluse dal sussidio tante famiglie in effettive condizioni di difficoltà.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo