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23 Febbraio 2021 - 00:30
NAPOLI. «Vi siete divertiti? Avete mangiato sul lungomare? Bravi, ora siamo zona arancione e forse entriamo in zona rossa. Ho visto nel week end le transenne messe sul lungomare quando ormai non servivano più a niente. La sera dopo la sei, se ognuno fa quello che vuole, siamo perduti». Vincenzo De Luca (nella foto) va all’attacco dopo l’ennesimo weekend di assembramenti a Napoli e in molte città della Campania. E poi lancia bordate sul tema dei vaccini e dei tagli recenti alle forniture puntando il dito contro il commissario Domenico Arcuri: «Rimaniamo sconcertati. Da Roma non dicono assolutamente niente, l’interlocuzione con l’attuale Commissario è pessima e non abbiamo concretamente la possibilità di fare una programmazione».
E ancora: «Un direttore generale di un’Asl ad oggi, fine febbraio, non sa ancora con certezza quanti vaccini arriveranno a marzo. Questo vuol dire che se vuoi vaccinare un cittadino, che deve poi avere il richiamo dopo venti giorni, devi pensarci dieci volte perché non hai la garanzia sulla seconda dose e rischi di determinare un danno al paziente. Noi siamo pronti stiamo con le siringhe in mano, Speriamo di essere in condizione a fare 80- 90 mila vaccini al giorno, il programma, cioè, su cui era basato il nostro obiettivo di vaccinare entro l’estate tutta la città di Napoli. Ma con le riduzioni improvvise di vaccini è impossibile programmare e l’epidemia ce la portiamo avanti altri due anni».
E ancora: «Mi auguro, ma non c’è da farsi grandi illusioni, che il nuovo Governo possa in qualche modo contribuire a dare un’accelerata alle forniture. Dobbiamo velocizzare i tempi di valutazione dei vaccini da parte dell’Ema e dell’Aifa». L’altro obiettivo è produrre i vaccini in Italia. «Mi dicono che ci vogliono mesi per realizzare le tecnologie, ma io dico che se incominciamo oggi e lavoriamo 24 ore su 24, a giugno, luglio e agosto abbiamo le attrezzature, in particolare i bioreattori, che ci servono per fare noi i farmaci. Se manca capacità di programmazione continueremo ad arrivare sempre tardi rispetto al contagio». Sulla proposta di acquisto diretto dei farmaci da parte delle Regioni, lo “sceriffo” è netto: «Mi permetto di osservare che i vaccini sono un prodotto un po’ diverso dalla grappa barricata: qualche mio collega del Veneto ha proposto di acquistarli con gli intermediari, penso che sia una bestialità. La grappa la puoi prendere dagli intermediari, e nemmeno quella: se vuoi garanzie sulla qualità, ti conviene andare dai produttori. I vaccini assolutamente no. Vanno acquistati con rapporti fra governi nazionali e regionali, interloquendo con le aziende produttrici e subordinando il tutto alle verifiche delle agenzia di controllo sanitario». Il tutto mentre ieri sono stati vaccinati 890 over 80 a Napoli e un migliaio di professori.
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