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25 Maggio 2021 - 16:09
Si è conclusa la prima parte dello studio promosso dall'Asl Salerno per verificare l'efficacia del vaccino anti Covid-19 Comirnaty di Pfizer e di Moderna sul personale dipendente. L'indagine ha coinvolto 7.789 operatori, di cui 3.918 femmine e 3.871 maschi, che sono stati sottoposti a test di laboratorio per valutare l'entità dell'immunizzazione protettiva indotta dal vaccino a distanza di 40 giorni dalla seconda somministrazione.
I valori anticorpali, dosati nei campioni siero-ematici hanno mostrato nel 84,4% livelli molto elevati di anticorpi contro il recettore Rbd della proteina spike di Sars-Cov-2. La risposta anticorpale è stata riscontrata nel 97,92% del totale dei vaccinati, solo 2,08% di essi mostrava valori bassi, anche se comunque reattivi.
Nel dettaglio i dati ottenuti sono così stratificati: il 52,8% del campione ha avuto una risposta tra 2.000 Bau e 4000 Bau (Binding antibody unit)/ml; il 31.6% ha avuto una risposta superiore a 4.000 Bau/ml; l'8,38 % mostrava un titolo tra 500 e 1.000 Bau/ml, il 5,14% mostrava un titolo tra 100 e 500 Bau/ml. Solamente il 2,08% aveva valori inferiori a 100 Bau/ml.
«Si tratta - spiega l'Asl - di risultati molto confortanti, che spronano l'Asl Salerno a completare il protocollo vaccinale e a continuare il monitoraggio sierologico sul personale dipendente nei prossimi mesi, al fine di valutare se nel tempo sia possibile stabilire la durata di tale risposta, contribuendo a definire una soglia minima anticorpale di protezione contro l'infezione da Sars-Covd2. L'indagine proseguirà, quindi, con prelievi ed ulteriori rilevazioni a 3, 6 e 9 mesi di distanza dalla somministrazione vaccinale. Lo studio, organizzato dal Dipartimento dei servizi sanitari e dall'Uoc Servizio protezione e prevenzione-sorveglianza sanitaria, è tra i maggiori svolti ad oggi in Italia».
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