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29 Giugno 2021 - 18:43
Sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per Domenico De Siano, senatore di Forza Italia e coordinatore regionale del partito in Campania. La sentenza si riferisce al processo denominato "Pecunia non olet", nato da un'inchiesta della Procura di Napoli su una presunta turbativa degli appalti per la raccolta dei rifiuti a Ischia. Nei confronti di De Siano, nel 2016, fu emessa un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari con richiesta di esecuzione trasmessa al Parlamento.
A dare notizia della sentenza è l'avvocato Gennaro Tortora, legale di De Siano.
«Il processo denominato Pecunia non Olet - ricorda Tortora - destò scalpore mediatico in quel lontano 2016. Per lo stesso De Siano fu addirittura richiesta una misura cautelare in carcere previa autorizzazione del Senato della Repubblica poiché, sosteneva l'accusa: aveva organizzato e costituito un'associazione per delinquere dedita alla commissione di una serie di reati contro la pubblica amministrazione nell'ambito della gestione dei rifiuti nella provincia di Napoli e dei comuni dell'isola d'Ischia. Ma quel procedimento aveva delle ombre, le accuse oltre ad essere generiche si riferivano a fatti datati 2012, a distanza di 4 anni si era disposta una richiesta di arresto. Ma tante le ombre e le anomalie che però non sfuggirono al Tribunale del Riesame di Napoli che annullò la richiesta di arresto per il senatore De Siano per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza».
Il legale sottolinea che «malgrado ciò De Siano fu rinviato a giudizio per le medesime accuse, ma anche il gup presso il Tribunale di Napoli pronunciò sentenza di proscioglimento per le accuse più gravi. Da quella pronuncia sono trascorsi quasi 5 anni e il processo per le imputazioni residue non si è mai celebrato, non è mai iniziato, si è perso nel meccanismo infernale dell'amministrazione della giustizia e solo grazie ad un tribunale attento e scrupoloso che la matassa di una indagine poco chiara, dopo circa 9 anni dai fatti, si è conclusa malgrado tutto con una sentenza di prescrizione. In un periodo lungo quasi 9 anni - incalza l'avvocato - non è stato mai celebrato un processo che invece ha visto la sua celebrazione in luoghi e prosceni inidonei ed inopportuni per la difesa della dignità di un qualsiasi cittadino. Questa è giustizia? Restare sospesi per un tempo indefinito significa espiare comunque una pena: in attesa di giudizio, in attesa di giustizia», conclude l'avvocato di De Siano.
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