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01 Settembre 2021 - 15:43
CASAL DI PRINCIPE. Si è dimesso il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale. Motivo? La mancata proroga per l'abbattimento di un immobile abusivo situato in via Ancona, dove risiedono due famiglie indigenti con quattro bimbi. È stato lo stesso Natale a spiegare le ragioni di «Questa scelta grave e sofferta che interrompe, almeno per ora, il lungo processo di rinascita e di riscatto della nostra città. Le dimissioni, già preannunciate nei giorni scorsi, nascono dall’epilogo della vicenda della demolizione di una casa abusiva; vicenda in cui il sottoscritto, con tutta la sua Amministrazione, non ha mai inteso bloccare il doveroso provvedimento della Procura di abbattere un'opera abusiva, ma solo fare di tutto per ridurre il danno psicologico che, nei fatti, hanno già subito 4 minori interessati alla vicenda. Speravamo di avere il tempo per poter assicurare loro una dignitosa alternativa abitativa; ma non ci è stato concesso. 100 giorni! Solo questo chiedevamo! 100 giorni per poter terminare i lavori di ristrutturazione del bene confiscato che avevamo destinato alle due famiglie. Ma la Procura ha detto NO. E allora io devo chiedere scusa alle due famiglie per aver fallito in questo tentativo. Devo chiedere scusa ai 4 bambini per non aver saputo difendere adeguatamente il loro diritto a sorridere. Ci abbiamo creduto fino alla fino che potesse tornare la normalità anche in queste vicende. Ma evidentemente non era così». Un problema che non riguarda solo Casal di Principe, dove sono almeno 1.400 le case dichiarate abusive con sentenza, ve ne sono 300 nel vicino comune di Casapesenna, 1.600 a San Cipriano d'Aversa, e si tratta quasi tutte di case abitate da famiglie non abbienti. Per 250 abitazioni c'è l'ordine esecutivo di demolizione.
«Si rischia una bomba sociale - dice Natale - con la Cassa Depositi e Prestiti abbiamo acceso mutui per 1,6 milioni di euro per undici abbattimenti, ogni demolizione costa tra 150mila e i 200mila euro. Se pensiamo che sono 250 le abitazioni a Casal di Principe per cui c'e' un ordine esecutivo di abbattimento, arriveremmo alla cifra di 35 milioni di euro solo per il mio Comune. Non capisco perche' la Procura non abbia voluto venirci incontro per soli cento giorni». L'amministrazione aveva trovato come soluzione abitativa alloggi in immobili confiscati, e i lavori sarebbero stati completati entro novembre prossimo. Infine l'appello: «Nella nostra realtà c'è un'emergenza abitativa e l'utilizzo dei beni confiscati è stato pensato come soluzione, lo stesso Ministero del Sud ha detto che si possono utilizzare risorse per trasformare in housing questi immobili. Con le mie dimissioni cerco DI mantenere un dialogo tra la comunità e lo Stato, spero che quando saranno a Napoli il presidente Mattarella e il ministro Cartabia vogliano ricevermi».
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