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06 Novembre 2021 - 15:21
Calci, pugni, sputi e candeggina su cinque agenti della Polizia Penitenziaria del reparto Danubio del carcere di Santa Maria Capua Vetere. È quanto denuncia l'Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria (Uspp). L'aggressione da parte di un detenuto iracheno, scattata per futili motivi, ha portato una prognosi tra 5 e 7 giorni per le vittime.
«Quanto accaduto - sottolinea Ciro Auricchio, segretario regionale dell'Uspp - dimostra l'urgenza dell'inasprimento delle pene per i reati di aggressione commessi in danno al personale di polizia penitenziaria. L'Uspp chiede inoltre l'annullamento dei benefici di legge per i detenuti che si rendono protagonisti delle aggressioni».
«Nel carcere di Santa Maria Capua Vetere - conclude il sindacalista - si registra sia la mancanza di personale polizia penitenziaria, sia quella degli operatori di sostegno psicologici psichiatrici assistenti sociali ed educatori».
«Nonostante il carcere sia stato oggetto di incessante attenzione mediatica per i ben noti fatti del giugno scorso - conclude Auricchio - continua a esserci soltanto la polizia penitenziaria nel fronteggiare ogni tipo di criticità: invitiamo i vertici dell'amministrazione penitenziaria a disporre adeguati interventi strutturali e soprattutto a inviare maggiore personale di polizia penitenziaria in quell'istituto».
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