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21 Gennaio 2022 - 18:43
«Forti tensioni da ieri sera presso la Casa Circondariale di Avellino, già teatro della duplice evasione di qualche giorno fa, dove a seguito dell'accertamento del contagio da Covid-19 di un altro detenuto, che si trovava allocato in una sezione diversa da quella destinata ai soggetti positivi al virus, si è innescata una protesta con l'incendio di alcuni materassi e un ristretto che, addirittura, avrebbe brandito un coltello». Lo riferisce Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.
«Da stamattina - prosegue - tutti i 34 detenuti della sezione pretenderebbero di rimanere aperti, contravvenendo alle regole e agli orari stabiliti, così come è stato permesso ai circa 90 delle altre due sezioni in cui sono allocati detenuti affetti da Covid e in una della quale, peraltro, convivrebbero soggetti positivi e non».
«In sostanza - afferma ancora De Fazio - stiamo assistendo ad Avellino a una sorta di lockdown al contrario, con una specie di “aperti tutti" e con l'Amministrazione penitenziaria, abbandonata a se stessa dalla politica e dal Governo, costretta nei fatti a indietreggiare rispetto alle pretese, anche illegittime, illegali e, talvolta, probabilmente costituenti reato, dei detenuti. Ciò avviene sia per il timore che possano innescarsi tensioni più gravi o addirittura rivolte, come nel marzo del 2020, sia per l'insufficienza degli organici, decimati pure dal Covid, e degli equipaggiamenti. A questo punto la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, più che continuare a dire che da gennaio (quale?) il sistema penitenziario sarà fra le sue priorità e comunicare la diagnosi di carceri agonizzanti, dovrebbe essere in grado, insieme a tutto il Governo, di allestire una sala rianimazione. Altrimenti - conclude durissimo il segretario della Uilpa - e ci si perdoni la macabra metafora, si rischia di dover poi nuovamente allestire la camera mortuaria».
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