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27 Gennaio 2022 - 15:21
Tre misure cautelari sono state eseguite dai militari della Guardia di Finanza di Benevento nei confronti di altrettanti indagati, nell'ambito di un'inchiesta della Procura sannita, per i reati di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e reati tributari. L'ordinanza emessa dal gip dispone la custodia in carcere per uno dei destinatari e, per gli altri due, gli arresti domiciliari e il divieto di esercitare imprese o ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche per un anno.
I militari hanno eseguito anche il sequestro preventivo di due società della Valle Caudina, con la contestuale nomina di un amministratore giudiziario, e il sequestro di 6,2 milioni di euro nei confronti di una terza società. Secondo quanto ricostruito, due degli indagati, amministratori di una società già operante nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti con numerosi appalti pubblici in Campania e in diverse regioni del Sud Italia, dichiarata fallita nel 2020, e l'amministratore unico della stessa società, avrebbero dissipato i beni aziendali della società fallita determinando l'insorgenza di un passivo fallimentare di circa 80 milioni di euro.
I tre avrebbero distratto 9,1 milioni di euro dal 2014 al 2018 a favore di un'altra società, sempre a loro riconducibile, in parte mediante fittizi noleggi di automezzi documentati da fatture per operazioni inesistenti e in parte mediante l'utilizzo di acconti a fornitori, in realtà mai eseguiti. Inoltre, avrebbero omesso di tenere i libri e le altre scritture contabili obbligatorie, in particolare il Registro dei beni ammortizzabili e i libri sociali, mentre con riferimento ai periodi d'imposta dal 2013 al 2020 avrebbero tenuto le scritture contabili in modo lacunoso tale da rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari della società dichiarata fallita.
Gli stessi sono anche indiziati di aver omesso il versamento delle ritenute Irpef negli anni dal 2012 al 2015 e l'Iva tra il 2012 e il 2014 per complessivi 8,8 milioni di euro. Dalle indagini è emerso il trasferimento di parte del denaro proveniente dalla commissione di tali delitti, per la somma complessiva di 309.380 euro, a favore di una società estera francese. Tale società, sempre gestita da uno dei destinatari del provvedimento, è risultata essere proprietaria di un immobile denominato "Castello" nel comune di Fertreve (Francia), completamente ristrutturato sino al 2017 con i fondi pervenuti dalle società italiane, rientrato nell'anno 2018 nella disponibilità di uno degli indagati e attualmente oggetto di sequestro nell'ambito di un altro procedimento penale.
Infine, gli amministratori di fatto di una delle società e l'amministratore unico della stessa risultano indagati per non aver versato le somme dovute a titolo di imposte e debiti previdenziali per le annualità 2017 e 2018, utilizzando in compensazione, mediante la presentazione di crediti inesistenti per 3.405.496,36 euro.
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