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15 Luglio 2022 - 14:10
Con un alibi erano riusciti ad evitare la condanna per l'omicidio di Giovanni Invito, ucciso a Mondragone, nel Casertano, il 17 ottobre 2007. Ma, grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, le indagini sono state riaperte e da un'intercettazione ambientale è emerso che uno di loro aveva attribuito a sé e al complice la paternità dell'omicidio.
La svolta nelle indagini sull'omicidio di Invito si è concretizzata questa mattina, con l'esecuzione da parte dei Carabinieri di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura sammaritana, nei confronti di due persone indagate per omicidio e detenzione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo.
Le indagini sono state riavviate nel 2020 dopo la chiusura delle indagini precedenti, svolte dalla Dda di Napoli tra il 2007 e il 2008, concluse con l'archiviazione del procedimento in assenza di sufficienti indizi. Uno dei due indagati aveva un alibi, fornito da una donna nell'immediatezza del fatto. A seguito della riapertura delle indagini però è emerso che l'alibi era falso.
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