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17 Luglio 2022 - 16:24
I sindacati: «Potremmo pagare il prezzo più grande della mancanza di responsabilità»
NAPOLI. Tagliare il cuneo fiscale per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori, eroso dall’inflazione, rivalutare le pensioni, detassare gli aumenti contrattuali e la contrattazione di secondo livello, tassare maggiormente gli extraprofitti, combattere la precarietà. Questi i temi al centro del confronto appena martedì scorso tra sindacati e Governo.
Un incontro per trovare soluzioni alla nuova emergenza causata dall’inflazione galoppante e per sostenere lavoratori e imprese. Un confronto «positivo» per la Cisl, un passo in avanti per la Uil «purché niente più bonus, ma interventi strutturali» e chi invece, come la Cgil, ha intravisto un bicchiere ancora mezzo vuoto, senza cifre e con misure ancora da attendere. Adesso, con le dimissioni del premier Draghi tutto diventa più difficile.
«L’Italia di tutto ha bisogno tranne una crisi di Governo - afferma Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil Campania -. Avevamo avviato l’ultimo percorso con l’esecutivo appena qualche giorno fa per dare risposte sul caro energia, ai lavoratori, alle famiglie e ai pensionati, ma adesso queste questioni vengono messe in un angolo portate indietro. Non le invochiamo solo per un fatto di rito, in quanto nell’incertezza del quadro politico le condizioni possono solo peggiorare. Per tale ragione, invochiamo da parte dei partiti e della politica quel senso di responsabilità che è venuto a mancare e che rischia di far pagare al Mezzogiorno e alla Campania il prezzo più alto».
La priorità, sostiene Sgambati, «è mettere in sicurezza il Paese». Di questo dovrebbero preoccuparsi le forze politiche, anche perché «ci sono da spendere le risorse del Pnrr, ma se non si riuscirà a gestirle e a renderle concrete rimarranno soltanto nel libro dei sogni. E altre occasioni per dare lavoro andranno in fumo».
Di irresponsabilità della politica parla anche Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Campania: «Avevamo avviato un proficuo confronto con il Governo per dare risposte non solo nel sociale, ma anche di carattere strutturale e, soprattutto, immediate. Il Paese non può attendere l’impianto di una legge finanziaria che darà i suoi effetti nel 2023. È troppo tardi. Servono interventi urgenti già alla fine di luglio ed inizi di agosto. A questo è servito il tavolo di confronto tra le parti di appena qualche giorno fa».
L’esponente della Cgil ribadisce che il sindacato «è rispettoso dell’attività del Parlamento e delle istituzioni, ma la politica faccia la propria parte perché la crisi è grave e va affrontata con misure urgenti».
Anche per Doriana Bonavita, segretaria generale della Cisl Campania, la crisi di governo giunge nel momento più inaspettato. «Non c’è alcun motivo per generare una crisi a pochi mesi di distanza dalla scadenza naturale della legislatura», sottolinea. «Soprattutto in un momento in cui gli italiani sono dilaniati dalle tante emergenze e quando bisogna cominciare a tirare le somme della spesa dei fondi del Pnrr. Un motivo in più per rivedere quelle posizioni intransigenti che hanno determinato la crisi e fare in modo che si ricomponga quel tavolo di confronto che traghetti questo infausto periodo. Non è certo questo il momento di alzare muri» chiosa.
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