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Crisi di governo, export campano a rischio frenata

Crisi di governo, export campano a rischio frenata

NAPOLI. La priorità oggi è l’emergenza economica, ma i tempi sono però stretti. E la politica deve fare una scelta. In ballo c’è la credibilità e del Paese in Europa, ma soprattutto l’adozione delle misure per mitigare gli effetti dell’aumento del costo dell’energia e del carburante che contribuiscono a fare schizzare il alto l’inflazione con il rischio di frenare anche l’export. Che per la Campania è oro: basti dire che è cresciuto del 18% nei primi tre mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2021.

A rischio ci sono anche il Decreto Concorrenza, le proposte di rilancio delle politiche attive del lavoro, il taglio del cuneo fiscale, la rata di fine anno del Pnrr (circa 21 miliardi) che dovrà ottenere l’ok della Commissione europea.

Da qui l’appello alla politica ed ai partiti di fare presto e di adoperarsi con un supplemento di responsabilità: servono scelte decise per evitare che la crisi economica diventi anche sociale. «La guerra in Ucraina, il rincaro dell’energia e l’inflazione rischiano di mettere il piombo nelle dell’agroalimentare, uno dei settori bandiera della Campania», dice Gennarino Masiello, presidente regionale Coldiretti. «Tenere in piedi questo equilibrio nel pieno di una tempesta economica e climatica, sarà la più grande prova che il Governo dovrà ad affrontare per salvare le imprese e salvaguardare le esportazioni».

Anche per Arcangelo Fornaro, de Le Gemme del Vesuvio, la crisi di Governo capita nel momento più delicato della crisi economica: «Rincari bollette, costi delle materie prime ed inflazione sono fattori che minano la forza delle aziende, soprattutto quelle impegnate a livello internazionale con una buona quota di export. Servono perciò fatti concreti, i partiti non pensino solamente alle poltrone. La priorità è oggi rispondere all’emergenza economica. E la risposta è una sola: stabilità, non conflittualità».

Che è poi la risposta che chiedono i partner commerciali d’Oltralpe alle imprese italiane. «Nonostante gli aumenti indiscriminati, riusciamo a vendere le nostre collezioni all’estero. I nostri partner commerciali americani non fanno che chiederci tuttavia informazioni sulla crisi italiana e le misure adottate per alleggerirla», commenta Giulia Valentino di Mario Valentino. «Il mercato americano è importante per i volumi di vendite, ci auguriamo che la crisi governativa si risolva bene ed in tempi brevi. Siamo rimasti allibiti alle decisioni assunte nei giorni scorsi, le imprese hanno bisogno di fiducia non possono operare nell’instabilità economica per lo stato di conflittualità della politica».

E basta ai chiacchiericci e alle beghe interne ai partiti lo chiede Giuseppe Napoletano, amministratore unico di Solania. «Il primo decreto Aiuti già non basta, ne servirà un altro in quanto si preannuncia un autunno “caldo” dal punto di vista dell’emergenza. E solo un Governo già rodato può affrontarla». Secondo l’imprenditore dell’agroalimentare l’export potrebbe risentire degli aumenti dei costi delle materie prime e dell’energia e per questo le aziende maggiormente esposte sui mercati esteri: «Solania lo è con un export che sfiora il 90%, potrebbero non essere competitive rispetto agli altri competitor internazionale».

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