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21 Agosto 2022 - 18:19
NAPOLI. Per Conte «sembra ci siano le groupie. Ma non siamo a un concerto dei Maneskin». Marta Matano (nella foto), ex consigliera comunale del Movimento 5 Stelle poi espulsa dal meet up, sintetizza in questo modo la sua visione dell’attuale M5S.
Marta Matano, Lei ha pagato il non essere allineata a Conte. Vista la composizione delle liste, sente di aver avuto ragione a dissentire all’epoca?
«Basta vedere il metodo, le liste sono state composte da un padre padrone quale Giuseppe Conte. Mi ricordo quando Beppe Grillo disse di lui che non avesse visione politica mentre oggi sembra diventato un infallibile. Oramai nel Movimento 5 Stelle ci sono quasi esclusivamente i tifosi di Conte, i picchiatori social di quelli che dissentono. I veri attivisti sono sempre di meno».
Ha fatto tutto Conte, quindi?
«Certo, e il regolamento per la composizione delle liste ha messo definitivamente la lapide al 5 Stelle e a quello che ha rappresentato dopo la sua nascita. Ci sono esponenti storici che sono finiti dietro in lista nel plurinominale, chi era più simpatico a Conte è invece stato messo davanti nei listini bloccati. Non solo: consiglieri comunali appena eletti con le “falsamentarie’’ (storpiatura delle Parlamentarie, il voto social degli iscritti per scegliere chi potesse candidarsi ndr.) hanno già mostrato la volontà di concorrere alle Politiche. In passato chi era chiamato a tale carica lo svolgeva sino all’ultimo senza presentarsi per altro ruolo. Questo spiega cosa sia diventato oggi il Movimento. Prima eravamo un’intelligenza collettiva, ma le voci dissonanti come le mie sono state spente con purghe stile Stalin. C’è chi si è candidato, e lo so per certo, per rifarsi una verginità politica dimostrando di essere contro Luigi Di Maio che ha lasciato il Movimento».
Lei fu protagonista di un diverbio in piazza Bellini con Conte all’epoca delle comunali vinte poi da Manfredi in cui Pd e 5 Stelle si coalizzarono contestando al capo politico la non condivisione della scelta.
«Quella fu la rottura definitiva. Sono stata poi espulsa dal meetup di Napoli per aver rappresentato una voce dissonante. A Napoli e in Campania non si fa la corsa per esprimere delle idee da rappresentare ai cittadini, ma per farsi i selfie con Giuseppe Conte dove apparire belli. Sembra ci siano le groupie pronte a togliersi il reggiseno e lanciarlo sul palco alla rockstar. Ma non siamo a un concerto dei Maneskin. A Napoli è candidato Stefano Patuanelli, che proviene dal Friuli Venezia Giulia. Mi ricordo che una delle consuetudini del Movimento fosse quella che un candidato alle Politiche dovesse presentare nel territorio di provenienza per meglio rappresentare le proprie istanze, anche questo oramai non c’è più».
Lei si augura una debacle del Movimento 5 Stelle il 25 settembre?
«Io non porto rancore e non sono ossessionata come chi invece inveisce contro di me sui social continuamente. In Campania i voti il Movimento continuerà a prendere voti vista l’introduzione del reddito di cittadinanza, misura giusta».
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