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Vescovi aree interne: no ad autonomia differenziata regioni

Vescovi aree interne: no ad autonomia differenziata regioni

I Vescovi delle “aree interne" hanno preso l'impegno di collaborare per non fare morire i borghi d'Italia. Alla politica chiedono di fare altrettanto, con la sollecitazione a mettere da parte tornaconti personali.  

«Le Aree interne - scrivono al termine del summit a Benevento - costituiscono una larga porzione del Paese, accomunata da alcune criticità, depositaria di straordinarie ricchezze e tuttavia diversificata: sono, per analogia, come la piccola Nazareth, marginale, eppure custode della realtà più preziosa. Non ci rassegniamo ad accompagnarle alla fine, in una sorta di accanimento terapeutico, ma vogliamo costituirci baluardo, forza per difenderle, dando vita a reti solidali capaci di attivare sinergie».

«Chiediamo alla politica - scrivono - interventi seri, concreti, intelligenti, ispirati da una progettualità prospettica, non viziata da angusti interessi o tornaconti elettorali: in tal senso, qualora entrasse in vigore l'autonomia differenziata, ciò non farebbe altro che accrescere le diseguaglianze nel Paese; come comunità cristiana vogliamo crescere nella consapevolezza e nella partecipazione».

«La presenza numerosa degli anziani costituisce, in queste nostre realtà, un patrimonio di umanità e di esperienze di vita che va assolutamente valorizzato. I flussi migratori - osserva o nel documento finale -  possono costituire un'opportunità per ravvivare molte realtà soggette a un decremento progressivo della popolazione, ma è necessario affinare sempre più la disponibilità all'ascolto, ad assumere, nel rispetto della legge, logiche inclusive, non di esclusione. Noi c'impegniamo a restare: la Chiesa non vuole abbandonare questi territori, senza per questo irrigidirsi in forme, stili e abitudini che finirebbero per sclerotizzarla. In tal senso c'impegniamo ad aiutare i nostri giovani che vogliono restare, cercando di offrire loro solidarietà concreta, e c'impegniamo ad accompagnare quelli che vogliono andare, con la speranza di vederli un giorno tornare arricchiti di competenze ed esperienze nuove». 

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