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28 Ottobre 2022 - 17:58
NAPOLI. Una carenza cronica di neonatologi nei punti nascita campani. È questo l'allarme lanciato dalla Sin Campania (Società italiana di neonatologia) durante il congresso regionale che si è tenuto presso l'hotel Gli Dei di Pozzuoli. Tre giorni di incontri, focus e dibattiti coordinati dal responsabile scientifico e presidente regionale della Sin, Giovanni Chello, direttore dell'Uoc di Terapia intensiva neonatale dell'Ospedale dei Colli.
In Campania ci sono 52 punti nascita (quasi la metà sono strutture convenzionate), molti soffrono della carenza di personale specializzato e può capitare che le emergenze vengano gestite da pediatri senza una preparazione specifica. Eppure, la presenza di personale formato per affrontare criticità sarebbe una garanzia maggiore di sicurezza per i neonati. In Campania l'assistenza perinatale può contare anche su 18 Unità di Terapia intensiva neonatale (Tin), due delle quali ad alta specializzazione: quella del Monaldi a indirizzo cardiologico e cardiochirurgico e quella del Santobono a indirizzo chirurgico.
Gli specialisti hanno evidenziato anche i dati preoccupanti della natalità in Campania e in Italia, che vedono un netto calo delle nascite e una maggiore infertilità delle donne. Particolarmente significativi i dati, ancora parziali del 2021, quelli che maggiormente risentono dell'impatto della pandemia da Covid-19. I dati evidenziano una riduzione delle nascite quasi doppia rispetto all'anno precedente. Particolarmente rilevante il dato nazionale di gennaio 2021 che vede una riduzione del 13,6% con un picco al Sud del 15,3%, diretta conseguenza dei mesi più drammatici dell'epidemia (i concepimenti corrispondono ai mesi di aprile e maggio del 2020). La decrescita è più contenuta nei mesi successivi (a febbraio è del 4,9%). A questo dato si aggiunge quello della fecondità delle donne italiane che diminuisce costantemente. Si alza anche l'età del primo parto, che nel 2020 si assesta sui 32,7 anni. Anche in Campania il numero di parti diminuisce costantemente, anche se nel 2020 il tasso di natalità (8,0) resta più alto di quello medio nazionale (6,8). Più preoccupante il tasso di crescita (che insieme a quello di natalità contempla anche quello di mortalità e il tasso migratorio) che crolla del 15,6%. Da qui l'appello alla politica nazionale per un welfare che contempli importanti misure di sostegno alla maternità, così come accade in diversi Paesi dell’Unione europea dove le donne possono affrontare più serenamente la scelta di fare un figlio.
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