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08 Novembre 2022 - 07:30
NAPOLI. Un tessuto socio-economico sfilacciato, dove a predominare è l’emergenza povertà di italiani e stranieri presenti sul nostro territorio, l’assenza di prospettive lavorative che nel caso delle donne è ancora più accentuato. Questo, ma non solo, dice il dossier della Caritas campana presentato nella Sala degli Angeli dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. L’anno scorso nei Centri di Ascolto della Caritas della Campania si sono recate in totale 8.666 soggetti, rispetto alle 8.173 del 2019.
Niente di paragonabile ai 14.662, con una crescita pari al 79,4% nell’anno nero del Covid ossia il 2020. Degli 8.666 soggetti del 2021 nella maggioranza dei casi si tratta di nuclei familiari cosa che, direttamente o indirettamente, ha permesso a 27000 persone di ricevere aiuti dai CdA. A prevalere come numero di chi ha chiesto aiuto ai Centri di Ascolto della Caritas regionale, gli italiani con il 76,3% pari a 6.610 presenze. Il 44,2% di chi si è rivolto nel 2021 ai CdA ha conseguito la licenza media è del 44,2%, il 18,8% di scuola elementare e il 27,6% ha completato il ciclo di studi di scuola superiore. In Campania la povertà assoluta nel 2021 ha raggiunto il 22,8%. Decisamente penalizzate, come detto, le donne. In tutto il Sud solo il 33% ha trovato occupazione, il 29,1% in Campania.
Nei Centri d’ascolto della Caritas si è recata una percentuale di donne pari al 57,6%. In Campania, al giugno 2022, il 22% della popolazione ha avuto accesso a misure come il Reddito di cittadinanza e Pensione di cittadinanza. In termini di nuclei familiari parliamo di 335.21 per un totale di persone coinvolte pari a 842.442. La regione ha anche il record dell’importo medio mensile più elevato pari a 619,42 euro. Si assiste anche a una costante diminuzione della popolazione locale. Al primo gennaio 2022 risultavano in Campania 5.869.965, al primo gennaio 2015 erano 5.590.681, per una differenza pari a 279.284 abitanti in sette anni.
La Campania è la regione da cui si parte di più dal Mezzogiorno, pari al 29%. A prevalere, la componente giovanile: nel 2020, quasi due immigrati su cinque erano compresi tra 25 e 34 anni. Negli ultimi dieci anni, il 41% dei cittadini italiani di 25-34 anni partiti dal Mezzogiorno verso il Centro Nord erano in possesso almeno di una laurea, uno su tre, con diploma. Sempre in riferimento all’anno 2021, le speranze di vita in Campania si sono attestate a 78,3 anni per gli uomini ed a 82,9 anni per le donne. Il valore nazionale è di 80,1 anni per gli uomini e 84,7 anni per le donne. In Campania, rispetto al 2019, l’aspettativa di vita è diminuita di 1,2 anni.
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