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21 Novembre 2022 - 09:07
La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito oggi un'ordinanza di custodia cautelare emessa dall'Ufficio Gip del Tribunale di Napoli a carico di due soggetti, gravemente indiziati dei reati di associazione di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, riciclaggio ed autoriciclaggio, questi ultimi aggravati dalla finalità e modalità mafiose. Il provvedimento, frutto delle attività d'indagine coordinate dalla Dda di Napoli, è indice dell'attività del clan dei casalesi nella gestione degli appalti pubblici, di cui uno dei soggetti colpiti dalla misura della custodia cautelare in carcere, è lo storico referente.
Questi, Nicola Schiavone, nipote del capo clan "Sandokan" tra l'altro, pubblicizzò attraverso una telefonata anonima alla stampa, il suo ritorno sul territorio casertano dopo la sua scarcerazione, avvenuta nel 2019. A seguito della scarcerazione, "convocava" vari imprenditori considerati tutti, a vario titolo, soggetti che beneficiavano di un accordo economico criminale con il clan, ottenendo forniture di materiali edili o esecuzione di appalti pubblici, oppure soggetti che avevano usufruito di somme di denaro consegnate in passato e delle quali richiedeva la restituzione.
Inoltre, le attività investigative hanno consentito di accertare la riconducibilità in capo all'indagato di una società attiva nel settore degli appalti pubblici che egli aveva fittiziamente intestato ad un prestanome pure colpito dalla misura cautelare. La società costituita si occupava di lavori edili con la pubblica amministrazione mediante contratti di avvalimento non avendo attestazioni Soa, essendo l'azienda di nuova costituzione.
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