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08 Gennaio 2023 - 11:17
NAPOLI. Terminato lo sconto sulle accise dei carburanti, il 2023 inizia con una brutta notizia per gli automobilisti e l’autotrasporto che tornano a vivere una situazione già insostenibile: fare il pieno costa decisamente di più, le aliquote sono ai valori precedenti a quelli dello scorso marzo, e quindi prima della riduzione delle accise stabilita al tempo dall’Esecutivo guidato da Mario Draghi. Sempre che il Governo di Giorgia Meloni non torni sui suoi passi e decida un nuovo intervento.
AUMENTI COME MACIGNI. «È una situazione insostenibile. In questo momento così delicato, il Governo poteva fare a meno di aumentare di 18 centesimi il prezzo del carburante che peserà come un macigno sulle spalle degli automobilisti, dell’autotrasporto e delle famiglie», afferma Salvatore Palma, segretario della Federazione gestori carburanti Campania (Fegica Cisl). «Assistiamo da tempo ad un alternarsi di decreti, sia sulla tassazione fissa (accise) che su quella variabile (Iva), ma la sostanza è sempre quella lamenta Palma -. Con l’eliminazione definitiva dello sconto previsto dal governo Draghi, diventano evidenti gli effetti che ciò è destinato a generare sul rialzo dei prezzi dell’autotrasporto e, quindi, sull’inflazione già di per sé significativamente alta».
«RIDURRE IL PRELIEVO FISCALE». Per il segretario campano della Fegica Cisl è inoltre utile ricordare come, a regime, la pressione fiscale sui carburanti in Italia «è una delle più alte d’Europa, semmai occorrerebbe ragionare di come ridurre strutturalmente l’eccessivo prelievo fiscale. La situazione sembra essere fuori controllo, rispetto alla quale il Governo dovrebbe correre ai ripari. Ma abbiamo tutta l’impressione che, accanto alle grandi royalties, l’Esecutivo sia il primo a speculare su questa faccenda».
«RISCHI SULLE TARIFFE PER IL TRASPORTO DELLE MERCI SENSIBILI». A lanciare l’allarme dal mondo dell’autotrasporto è invece Luciano Luongo, presidente di Casartigiani Napoli, cui fa capo il sindacato autotrasportatori degli artigiani: «Si corre il rischio che con l’aumento alla pompa di 18-20 centesimi per litro si innesti una nuova speculazione sulle tariffe del trasporto di alcuni servizi, come quello delle merci di prima necessità e dei medicinali. Già da molto tempo però il gasolio costa più della benzina verde ed entrambi i carburanti hanno ripreso la corsa verso la soglia dei due euro per litro». Luongo rileva che un tempo l’analisi dei prezzi rilevati dalla Camera di commercio e dal Provveditorato alle opere pubbliche fotografava bimestralmente l’andamento dei prezzi e li monitorava con costanza interrogandosi sulle motivazioni.
L’OMBRA DELLA SPECULAZIONE. «Abbiamo il sospetto che in molti casi gli aumenti e i livelli dei costi più elevati derivino esclusivamente da azioni speculative che nulla hanno a che fare con l’andamento del mercato». Per questo, aggiunge il presidente di Casartigiani Napoli, «confidiamo che il ministero dello Sviluppo economico avvii un monitoraggio per evitare nuovi aumenti ingiustificati, che mettono a serio rischio la vita delle imprese del settore e che sia la Camera di commercio che il Provveditorato recuperino quel ruolo centrale di analisi della congiuntura». A rendere ancora più complicato far quadrare i bilanci delle ditte di autotrasporto, anche i rincari registrati per i pedaggi autostradali: «Una situazione che rischia di mettere in ginocchio la categoria e che deve essere affrontata subito, prima di danneggiare un settore strategico della nostra economia»
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