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14 Gennaio 2023 - 09:35
NAPOLI. Il caro carburante fa incrinare la luna di miele del Governo con gli italiani. Dopo la protesta delle associazioni dei gestori di carburante e il congelamento dello sciopero, sono gli autotrasportatori campani ad alzare la voce. Per le imprese dell’autotrasporto la stangata è pesantissima in quanto condiziona fortemente la principale fonte utilizzata per alimentare i motori dei camion, sui quali viaggia circa il 90% delle merci. «L’impennata dei prezzi del carburante grava sulle imprese dell’autotrasporto, con un aumento dei costi per circa 10mila euro a veicolo nell’arco dell’anno. Basti pensare che da novembre a gennaio comprare gasolio alla pompa costa il 23% in più», spiega Attilio Musella (nella foto a sinistra), coordinatore Fita Cna Campania. «Se a questo gravoso fardello si aggiunge l’aumento di tutte le voci di costo correlate a questa attività, tra cui l’aumento del 2% sulle tariffe che la società Autostrade applica a decorrere dal primo gennaio 2023 sulle tratte di cui è concessionaria, la stangata è pesante. Significa che se un’impresa percorre mediamente il 70% su tratte autostradali, il maggiore costo del trasporto costerà circa 300 euro l’anno per ogni veicolo. In poche parole i pedaggi autostradali e il rifornimento per un veicolo pesante incideranno per 10.300 euro in più l’anno sulle casse delle società di trasporto. La soluzione? Per il momento si cominci ad eliminare tutte le accise per i veicoli Euro5 ed Euro6 e si faccia una corretta analisi sul costo all’industria. Abbiamo tutta l’impressione che ci sia tanta speculazione su questa vicenda». Il caro carburante sta creando un effetto rincari a valanga anche sulla maggior parte dei prodotti alimentari. Ad accorgersene sono consumatori ed esercenti. «Apportiamo decine di variazioni di aumenti alla settimana, continua a crescere tutto, dallo zucchero alla pasta, dall’olio allo scatolame. Dopo il boom registrato a Natale, con l’aumento del carburante le vendite dei prodotti a marca sono più che dimezzate, i clienti ci chiedono spiegazioni», commenta Antonio Arfè (nella foto a destra), dell’omonima Antica Gastronomia di via Santa Maria in Portico. «Ci chiediamo anche noi cosa stia accadendo. La benzina, la luce triplicata, i costi fissi rendono tutto molto difficile». Sull’andamento anomalo dei listini alla pompa il Codacons ha intanto presentato un esposto all’Antitrust, chiedendo all’autorità di aprire un’istruttoria per accertare eventuali pratiche scorrette o cartelli anti-concorrenza.
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