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23 Febbraio 2023 - 17:15
«Nella delibera comunale c’è un attacco alla mia professionalità, con l’Amministrazione non ho avuto alcun confronto diretto». Lo scultore oggi a “MattinaLive”, il morning show in onda su Canale 8
NAPOLI. - “Sono profondamente deluso e rammaricato per la decisione del Comune di Napoli di restituire la statua di Diego Armando Maradona e ciò che mi addolora è la modalità con cui è avvenuta. Non ho ricevuto comunicazioni scritte o verbali da parte dell’amministrazione. Poi, leggendo la delibera comunale ho scoperto di essere un ‘pezzente’. In realtà il mio era un dono alla città e ai napoletani. Mi sarei aspettato un dialogo diretto con il sindaco”.
Lo ha detto, Domenico Sepe, scultore ed autore della statua del “pibe de oro” posta fino ad oggi all'esterno dello stadio “Diego Armando Maradona”, ai microfoni di Mariù Adamo in un’intervista a MattinaLive, il morning show in onda su Canale 8.
“Sono stato contattato da un giornalista de “Il Mattino” e ho appreso la notizia che la statua sarebbe stata restituita. Eppure bastava un semplice incontro per spiegarmi la situazione e da buon cittadino avrei accettato serenamente le decisioni della Giunta. Del resto ho sempre rispettato le indicazioni del Comune di Napoli. Sarò lieto di chiarire la situazione, ma ad oggi non vedo segnali in questa direzione. Che fine farà ora la statua? Ho già una lunga lista di richieste”.
Perplessa anche l’ex assessore e attuale consigliera comunale Alessandra Clemente: “Sono profondamente indignata dalla situazione che ha coinvolto Sepe. Ho già chiesto la convocazione delle Commissioni sport e trasparenza per conoscere nei dettagli cosa è accaduto. E’ necessario approfondire la vicenda per capire come sia stato commesso un errore così poco comprensibile e allo stesso tempo piuttosto goffo. Credo, onestamente, che sotto ci sia qualcos'altro e, quindi, dobbiamo impegnarci a risolvere la situazione anche in ‘zona Cesarini’. Non può passare un messaggio sbagliato. Invito anche l’assessore Ferrante e l’intera amministrazione comunale a coltivare un rapporto diretto con la città senza perdersi nel 'burocratese’ inutile e dannoso per la città”.
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