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Sanità in Campania, “rivoluzione" liste d'attesa e fascicolo elettronico

Sanità in Campania, “rivoluzione" liste d'attesa e fascicolo elettronico

"Il Portale Salute del Cittadino", che permette di accedere ai servizi online messi a disposizione dal Sistema sanitario regionale della Campania, si arricchirà dalle prossime settimane del fascicolo sanitario elettronico, la piattaforma digitale su cui è possibile accedere ai propri dati sanitari prodotti dalle strutture pubbliche e private. I privati accrediti avranno 2-3 mesi di tempo per riversare i dati in loro possesso sul fascicolo elettronico, pena la perdita dei finanziamenti regionali e dell'accreditamento. Il fascicolo sanitario elettronico, partito a gennaio 2022, quando i referti pubblicati erano circa 84 mila, ha raggiunto nel mese di marzo 2023 la cifra di 6 milioni di reperti pubblicati. "Una rivoluzione digitale, siamo la prima regione in Italia", ha commentato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso di conferenza stampa. Il fascicolo elettronico può essere scaricato solo dal cittadino che può metterlo a disposizione, in toto o in parte, del medico di famiglia, e degli specialisti a cui si rivolge. "Questo lavoro si lega a quello delle liste d'attesa", ha aggiunto De Luca. 

Sulle lista d'attesa "registriamo problemi di accumulo a livello nazionale. In Campania - ha proseguito - nonostante le criticità siamo nella media nazionale, comunque un dato insoddisfacente, ma scontiamo il fatto che abbiamo 10-15 mila dipendenti in meno alla media nazionale, e con i fondi del piano di riparto sanitario sotto la media nazionale". Sulle liste d'attesa, il presidente ha affermato che verrà attivato nelle prossime settimane un "cruscotto" regionale, che mostrerà i dati sui tempi per le 69 prestazioni ambulatoriali che rientrano nelle liste d'attesa. I tempi che devono essere garantiti saranno 72 ore per le prestazioni urgenti; 10 giorni per le prestazioni brevi; 30 giorni per le visite; 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; 120 giorni per le prestazioni programmate. Il "cruscotto" sarà di colore verde se la prestazione prenotata verrà garantita nei tempi di attesa previsti dalla classe di priorità; giallo se la prestazione verrà garantita tra il 50 e l'89 per cento dei tempi di attesa previsti; rosso, se non si rispettano i tempi. "Faremo un controllo costante - ha detto De Luca - e aggiorneremo il "cruscotto" ogni 3 mesi".

Il governatore ha poi sostenuto che sulle liste d'attesa sarà necessario anche un accordo con i centri privati accreditati e le farmacie. "Avremo un centro unico di prenotazione regionale suddiviso poi per Asl, anche per le prestazioni presso strutture accreditate. A Napoli prevederemo 3 ambiti territoriali ottimali. Anche le prestazioni urgentissime dovranno avvenire tramite il centro unico di prenotazione. Avremo sicuramente problemi di personale - ha poi aggiunto - perché dovremo impiegare delle risorse nello svuotamento delle liste d'attesa. Ci auguriamo di poter contare nei prossimi mesi su un riequilibrio da parte del ministero della Salute per quanto riguarda il personale e il riparto del fondo sanitario. I primi segnali - ha affermato De Luca - sono tuttavia negativi, anche perché questo governo per il Servizio sanitario nazionale non ha destinato un euro. Se volessimo avere lo stesso livello della Germania occorrerebbero al SSN 40 miliardi in più. Ma noi ci accontenteremmo anche di 6-7 miliardi. Oramai questa trattativa con il ministero della Salute è diventata come in un suk arabo".

A chi gli ha chiesto un commento sui concorsi negli ospedali che vanno deserti, anche quando non riguardano solo i medici ma personale tecnico, De Luca ha risposto che "il settore pubblico è diventato per molti giovani poco attraente per motivi culturali e poi perché rispetto al settore privato si guadagna meno. Stiamo combattendo contro l'autonomia differenziata - ha aggiunto - perché vogliamo che i contratti nel settore della sanità e della scuola devono essere nazionali, mentre i miei colleghi del Nord vorrebbero fare contratti integrativi regionali, per raddoppiare gli stipendi al personale scolastico e sanitario, e questo comporterebbe un ulteriore esodo da sud verso nord". 

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