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Crisi delle partite Iva, in Campania persi 6.150 artigiani

Crisi delle partite Iva, in Campania persi 6.150 artigiani

NAPOLI. Il recupero avvenuto negli anni post-Covid non basta: fiaccati dal boom degli affitti, dei costi delle bollette di luce e gas, dalle tasse, dall’insufficiente ricambio generazionale, dalla contrazione del volume d’affari provocato dalla storica concorrenza della grande distribuzione e dal commercio elettronico, le partite Iva in Campania continuano a diminuire: soltanto gli artigiani che sono stati costretti a chiudere i battenti negli ultimi dieci anni senza più riuscire a riaprire le loro attività sono stati oltre 6mila in tutta la regione: per la precisione 6.150.

A SALERNO E CASERTA I CALI PIÙ DECISI. A livello provinciale a pagare di più la crisi in termini assoluti è stato il territorio di Salerno: tra città e provincia hanno chiuso ben 2.147 lavoratori autonomi, con un calo del -9,3%. Se si guarda però ai numeri in termini percentuali, allora la classifica stilata dall’Ufficio studi della Cgia cambia e la provincia più colpita diventa quella di Avellino, con 1.412 piccole imprese perse per un calo che però “pesa” sul 15,6% del totale. A poca distanza si piazza Caserta, nella cui provincia gli artigiani hanno lasciato sul campo 1.795 attività con un calo netto del 13,3%. In questo quadro si distingue però il dato di Napoli: è la sola provincia che si segnala in controtendenza, segnalando una variazione comunque positiva anche se minima (+58 imprese pari al +0,2%). Un quadro di sostanziale tenuta, merito anche del boom dei servizi registrato in città dopo la ripartenza successiva agli anni del Covid. Va segnalato comunque che la Campania, pur facendo peggio in termini assoluti di regioni come la Calabria e il Friuli Venezia Giulia, in termini percentuali si segnala come quella che a livello nazionale ha perso di meno.

I REDDITI. Non va meglio sul fronte dei redditi: i lavoratori autonomi più ricchi d’Italia esercitano l’attività a Milano, dove il reddito medio è pari a 38.140 euro all’anno. I loro colleghi napoletani incassano decisamente meno: 20.531 euro all’anno, con una differenza che si aggira all’incirca sui 18mila euro. Peggio ancora va alle partita Iva salernitane, con 18.728 euro in media per lavoratore, seguiti dai beneventani che guadagnano in media 18.442 euro e infine dagli avellinesi, con 18.248 euro di reddito, e dai casertani, dove i lavoratori autonomi dichiarano un reddito che supera di poco i 18mila euro.

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