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Pronto Soccorso, nuovo allarme di De Luca

Pronto Soccorso, nuovo allarme di De Luca

NAPOLI. «Per adesso non so assolutamente nulla delle decisioni del ministro Schillaci. So solo che esiste un ministro della Salute di nome Schillaci». A dirlo il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, a margine dell’inaugurazione del nuovo reparto di endoscopia digestiva dell’ospedale “Gaetano Fucito” di Mercato San Severino, rispondendo a una domanda sulla possibilità di un aumento degli stipendi per i sanitari al lavoro nei pronto soccorsi. «In questo periodo - sottolinea - facciamo i conti con una difficoltà drammatica che riguarda il personale, rispetto alla quale il Governo di prima e il Governo di oggi non hanno fatto assolutamente nulla. Siamo al punto che si fa fatica a organizzare i turni nei pronto soccorso. Vediamo se ci sono nuove decisioni da parte del ministro della Salute, attendiamo, ma intanto dal punto di vista del personale la situazione rimane quella di sei mesi o un anno fa, assolutamente drammatica. Nei pronto soccorso abbiamo una fuga dei pochi medici che ci sono per lo stress lavorativo e per i carichi di lavoro. I concorsi che si fanno vanno deserti perché obiettivamente il lavoro in un pronto soccorso è stressante. Ma da questo punto di vista non c’è stata per anni nessuna decisione consapevole». Secondo il numero uno di Palazzo Santa Lucia, il numero chiuso a Medicina «è un altro paradosso di un Paese che vive di demenzialità. Non abbiamo medici neanche per i pronto soccorso, però nel frattempo teniamo il numero chiuso alla Facoltà di Medicina. Tenete conto che se apriamo oggi la Facoltà, i medici arrivano tra sei anni. Quindi, dovremmo, intanto, lavorare per rendere utilizzabili gli specializzandi, cioé i medici laureati che fanno i corsi di specializzazione e dovremmo adeguare retribuzioni e trattamenti economici per i medici attualmente in servizio. La sensazione è che si sta andando verso un altro sistema, quello all’americana con le assicurazioni private. Sono talmente gravi i ritardi del Governo che siamo autorizzati a pensare che sia in testa un altro sistema». Non manca una nuova bordata sulla questione dell’autonomia differenziata: «Rischiamo di farci male come Mezzogiorno d’Italia. L’autonomia va avanti con il suo percorso parlamentare. Quello che già è stato attuato è un furto di decine di miliardi a spesa del Mezzogiorno». Infine: «Il Comitato nazionale per la definizione dei Lep è un’altra truffa mediatica del mio amico Calderoli. Si può immaginare che un gruppo di lavoro sia costituito da 62 persone, la grandissima parte costituita da docenti universitari?».

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