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Pd, altro schiaffo a De Luca: il figlio fuori dalla segreteria

Pd, altro schiaffo a De Luca: il figlio fuori dalla segreteria

NAPOLI. Il boccone amaro da ingoiare per Vincenzo De Luca arriva all’ora di pranzo: il figlio Piero, tra i nomi del Sud che avrebbero dovuto comporre il mosaico della segreteria nazionale Pd già emersi a ridosso delle primarie, nell’elenco che Elly Schlein annuncia non c’è. Così come manca anche il nome dell’eurodeputata e vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, a sua volta affondata dai veti incrociati interni al partito. Sono loro i due esclusi “eccellenti”, entrambi della minoranza di Stefano Bonaccini, il candidato sconfitto alle primarie dem.

LE DELEGHE A SARRACINO E RUOTOLO. Al loro posto la Schlein ha chiamato il giovane deputato napoletano Marco Sarracino (nella foto a sinistra) e poi Sandro Ruotolo (nella foto a destra). Si tratta di due nomi della sinistra del partito, che marcano chiaramente una netta discontinuità. Al primo la neosegretaria ha affidato la delega alla coesione territoriale, Sud e aree interne. In questo modo Sarracino ha battuto la concorrenza di un big come il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni, Antonio Decaro. A Ruotolo, ex senatore con una lunga carriera giornalistica, sono state invece assegnate le deleghe a informazione, cultura e memoria.

DOPPIO INCARICO A MISIANI. Ma c’è un terzo tassello che spicca nel Tetris della segreteria composto dalla Schlein che è un vero e proprio schiaffo a De Luca: quello di Antonio Misiani. Dopo averlo scelto per commissariare il partito in Campania (e dopo aver fatto altrettanto a Caserta, inviando Susanna Camusso), la segretaria ha chiamato il bergamasco ad occuparsi di economia nella nuova squadra: un vero e proprio “Governo ombra” dal quale incalzare Giorgia Meloni e guidare l’opposizione al centrodestra.

NAPOLI CONQUISTA LO SCETTRO TERRITORIALE TOGLIENDOLO A SALERNO. Si tratta di scelte che consolidano un nuovo quadro che riporta Napoli al centro dell’universo territoriale del partito, togliendo così il “primato” a Salerno, la cui influenza, proprio grazie al regno incontrastato di De Luca, in questi anni è cresciuta in maniera vertiginosa. I nuovi equilibri interni parlano ormai di una saldatura tra il nuovo gruppo dirigente partenopeo e quello avellinese e beneventano, con un canale diretto aperto con la Schlein.

PICIERNO: «VETI SUL MIO NOME? NON MI INTERESSANO». Quanto alla Picierno l’esponente casertana ci aveva creduto fino all’ultimo. Ancora ieri mattina aveva fatto sapere di avere «molta fiducia nella capacità della nuova segreteria Elly Schlein di comporre una segreteria plurale, che rappresenti il Pd come la casa dei riformisti italiani». Ma per i riformisti alla fine lo spazio residuo è stato ridottissimo. E la Campania è rimasta a bocca asciutta. Colpa, dice radio dem, del fatto che neanche Bonaccini si sarebbe impegnato fino in fondo per la Picierno ma lei, riguardo a possibili veti sul suo nome, si limita a replicare che «sono dinamiche che non mi interessano».

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