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28 Maggio 2023 - 16:40
NAPOLI. Questione dializzati, dalla Regione Campania arriva il dietrofront sulla delibera dell’aprile scorso con la quale si stabiliva in uno a cinque il rapporto tra infermiere e pazienti nei centri dove si effettua la terapia salvavita. Con un nuovo provvedimento correttivo, la situazione torna sostanzialmente a quella originaria ovvero uno a tre. Inoltre, a differenza della precedente decisione della giunta, che aveva sancito come la funzione di direttore responsabile nefrologo potesse essere svolta contemporaneamente in due centri e dovesse essere assicurata per almeno 18 ore settimanali per singolo centro, viene stabilito che la funzione del direttore non può essere svolta contemporaneamente in più centri e deve essere assicurata per almeno 24 ore settimanali. «È una battaglia vinta. E ora già pianifichiamo le prossime iniziative» dice Ciro Colursi, presidente dell’associazione Actae che riunisce trapiantati ed emodializzati di Napoli, che pochi giorni fa aveva annunciato l’intenzione, in caso di mancate risposte da parte di Palazzo Santa Lucia, di andare fino in fondo, anche con denunce alla magistratura se ci fossero stati gli estremi. «A breve partiremo con una pubblicazione periodica sui social, totalmente gratuita, con la quale fare sentire le nostre istanze sulle varie problematiche che ci riguardano - spiega Colursi -. Inoltre, inizieremo una raccolta di firme per chiedere alla Regione l’aumento dei rimborsi per il trasporto dei dializzati». E ancora: «A livello nazionale stiamo sollecitando diversi parlamentari affinché sia presentata un’interrogazione per chiedere un incremento degli stanziamenti della ricerca anche in campo nefrologico. Molte persone sono ancora poco informate su cosa sia la dialisi, che è una terapia subintensiva salvavita. Purtroppo per noi malati è obbligatoria e non si può certamente giocare, come ripeto spesso, sulla pelle delle persone. La dialisi porta problematiche come crampi, nausea, ipotensione. Se qualcuno si sente male, un infermiere deve potersi destreggiare agevolmente. Ma con cinque pazienti sarebbe stata davvero una cosa problematica». Infine: «Alla Regione chiediamo una cosa molto semplice alla Regione Campania, ovvero di confrontarsi, per qualsiasi questione dovesse riguardare i pazienti emodializzati, con persone competenti e che abbiano messo almeno una volta un piede in una sala dove si effettuano i trattamenti».
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