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20 Giugno 2023 - 13:31
«Oggi siamo impegnati in una battaglia per una riforma della giustizia: ho detto e ribadisco che non hanno titolo a parlare in primo luogo i dirigenti del Partito Democratico: non ha diritto a parlare chi non ha fatto nulla, per anni, di sostanziale e non ha diritto a parlare chi ha assistito al calvario di 5 mila persone che in Italia hanno subito procedimenti per abuso in atto d'ufficio e poi sono risultati innocenti». Lo dice il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, parlando con i giornalisti.
«Non ha diritto a parlare anche - prosegue il governatore - chi non ha capito che l'abuso in atto d'ufficio va eliminato e io sostengo con forza l'eliminazione che è il presupposto per ragionare in maniera serena anche sui temi che toccava l'abuso in atto d'ufficio. Va cancellato il vizio d'origine dell'abuso in atto d'ufficio, cioè il trasferimento delle materie amministrative sul piano penale, cosa indegna ma accettata, subita e tollerata, per anni», ha concluso.
«PREMIATI MAGISTRATI CHE FANNO GOSSIP». «Bisogna avviare una battaglia di civiltà in questo paese, contro il rapporto malato che si è costituito fra sistema dell'informazione e alcune procure e contro lo squilibrio interno alla magistrature. Vi è un sistema in cui non vengono premiati quei magistrati, che sono la stragrande maggioranza, che coltivano il diritto e hanno un senso della sacralità della propria missione, ma quelli che perdono tempo a fare gossip e pubblicità per promuovere la propria carriera». «Dobbiamo fare questa battaglia - ha aggiunto De Luca - perché l'Italia entri in un contesto di civiltà del diritto che per larga parte si è perduto. La giustizia è al servizio dei cittadini, non viceversa: questo è il principio che dobbiamo affermare».
AUTONOMIA «CONTRORISORGIMENTO». «Combattiamo contro l'autonomia differenziata che a me appare una sorta di controrisorgimento, la rottura dell'unità nazionale. Peraltro è inutile perché se si pensa di risolvere così i problemi di burocratizzazione dell'Italia, ci si sbaglia».
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