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25 Giugno 2023 - 09:46
Entro l’anno ogni famiglia sarà costretta a sborsare +1.430 euro. A Napoli +1.335 euro, volano gli alimentari: la città meno cara è Caserta, la più costosa Benevento
NAPOLI. L’inflazione in Campania rimane molto alta. Il rallentamento registrato a maggio non basta, e i rincari continuano a farsi sentire nelle tasche delle famiglie. Soprattutto quelli relativi ai prodotti alimentari, che non conoscono freni. In termini di spesa aggiuntiva annua, se si prende come riferimento una famiglia media di 4 persone, il rincaro si attesta a 1.430 euro annui in più. Una vera e propria stangata, se si tiene presente che gli stipendi e i salari sono fermi e tutto ciò provoca una netta diminuzione del reddito disponibile.
IN CAMPANIA INFLAZIONE PIÙ ALTA DI LOMBARDIA E VENETO. In termini percentuali, in base alla classifica stilata dall’Unione nazionale consumatori, in Campania il tasso d’inflazione si attesta al 7,5% su base annua, superiore a quello della Lombardia e dell’Emilia-Romagna che si fermano entrambe al 7,2% e del Veneto (7,3%).
GLI AUMENTI A NAPOLI. A livello provinciale a Napoli il caro prezzi si traduce in un aumento medio da +1.335 euro annui a famiglia. Dagli alimentari alla ristorazione, nel capoluogo il caro prezzi continua a farsi sentire. L’incremento in città, riguarda molte voci di spesa. Il tasso d’inflazione elevato ed il calo del potere d’acquisto dei consumatori, spinge l’aumento dei prezzi, mentre su tutto resta lo spettro della speculazione che appare in molti casi evidente, soprattutto alla luce della riduzione subita dai prezzi dell’energia negli ultimi mesi.
I PRODOTTI ALIMENTARI. A guidare i rincari in città è ancora il capitolo “Prodotti alimentari e bevande analcoliche”, con un netto +12,5 rispetto a un anno fa e facendo segnalare comunque un ulteriore rincaro dell’1,5% negli ultimi trenta giorni. In aumento, in particolare, riso (2,7%), pane (2,1%), altri prodotti di panetteria e pasticceria (0,7%), pasta secca, cereali per colazione (0,8%). Schizzano verso l’alto la frutta fresca o refrigerata (4,2%) e gli alimenti per bambini (3,9%), ma anche tè (3,2%), cacao e cioccolato in polvere (1,2%), acque minerali (2%), bevande analcoliche (1,2), succhi di frutta e verdura (1,6%). Un capitolo a parte meritano i gelati, che già a maggio sono rincarati del 5,2% e si attende che aumentino ancora con l’entrata ufficiale dell’estate.
IL CAPITOLO CASA. Pesa moltissimo nei bilanci familiari il capitolo “abitazione, acqua, energia e combustibili”: in aumento dello 0,7% su base mensile, ma di ben il 13,9% su base annua, mentre per quanto riguarda i “mobili, articoli e servizi per la casa” i rincari maggiori riguardano gli apparecchi per riscaldamento e condizionatori d’aria (2,2%) e quelli per la pulizia della casa (2,5%), ALBERGHI E MOTEL. Pesano il boom del turismo a Napoli e l’arrivo dell’estate sui prezzi della divisione “Servizi ricettivi e di ristorazione”: in aumento, ristorante, pizzerie, bar e simili (1,7%), fast food e servizi di ristorazione take away (1%), alberghi, motel, pensioni e simili (3,4). In diminuzione, villaggi vacanze, campeggi, ostelli della gioventù e simili (-0,5).
CASERTA LA MENO CARA, BENEVENTO COSTA PIÙ DI TUTTE. Su base provinciale, in Campania la città più cara è Benevento, dove una famiglia media, se l’inflazione si manterrà ai livelli di oggi (+8%, un vero e proprio record in Campania), di qui alla fine dell’anno sarà chiamata a spendere 1.556 euro in più dello scorso anno. La provincia più “risparmiosa” è invece quella di Caserta, che si ferma (si fa per dire) ad un rincaro pari a +1.284 euro, che in termini percentuali vuol dire un’inflazione al 6,6%. Nel mezzo si colloca l’Irpinia, con un incremento pari a +1.459 euro medio a famiglia (+7,5%).
VALORI VICINI ALLA MEDIA NAZIONALE. Sono numeri, quelli della Campania che restano vicinissimi ai valori medi nazionali definitivi rilevati dall’Istat, in base ai quali l’inflazione annua è scesa dall’8,2% al 7,6%. «Positivo il rallentamento e che l’inflazione, dopo il rialzo di aprile dovuto al ritorno degli oneri di sistema sulla luce e sul gas, torni a scendere. Ma non c’è da essere entusiasti commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unc visto che siamo semplicemente tornati ai livelli di marzo, mentre in tutto il resto d’Europa, salvo l’Olanda, l’inflazione di maggio è più bassa di quella di marzo».
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