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30 Giugno 2023 - 08:26
NAPOLI. L’alimentare napoletano e le conserve di Nocera trainano la crescita dei Distretti industriali del Mezzogiorno. È una crescita a doppia cifra (rispettivamente del + 36,1% e +25,6%) che non si registrava dai tempi del pre-Covid, trascinata soprattutto dai prodotti della terra e della loro trasformazione. Incremento a doppia cifra anche per la mozzarella di Bufala campana: +120 milioni di euro nel quarto trimestre del 2022 e + 218 milioni nell’analogo periodo del 2019. Una performance dovuta soprattutto grazie alle vendite a corto raggio in Francia, Spagna, Germania, Regno Unito e Paesi Bassi, ma anche più lontano in Giappone e Cina. Gran balzo in avanti anche per l’alimentare avellinese. A rilevarlo è il Monitor della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. L’indagine registra un dato significativo: nonostante la crisi energetica ed inflattiva, l’export dei distretti industriali della Campania e del Sud crescono più della media di quelli italiani (+18,4% rispetto al 9,6%) a conferma della competitività di queste aree produttive del Paese. Note meno liete vengono dal settore conciario e delle calzature: l’export del distretto della concia di Solofra e dal secondo del Napoletano cala rispettivamente del 25% e 8%. Buone performance registrano i due Poli tecnologici campani: l’export del farmaceutico di Napoli cresce del 44,6% quello aerospaziale della Campania del 17,2%, pari a 118 milioni. «Rispetto ad altri comparti, come l’automotive e il metalmeccanico, l’agroalimentare ha sempre trainato le esportazioni dalla Campania, incrementando sensibilmente i numeri nel dopo-Covid - osserva Arcangelo Fornaro, della Sezione Alimentare Unindustria Napoli - ma risente ancora della forte burocrazia per l’export del Made in Italy all’estero, nonostante la legge italiana sia più stringente per esempio sull’etichettatura». Gli analisti rilevano anche un incremento di vendite all’estero del caffè e della confetteria campana. «Ogni anno rileviamo un incremento dei nostri prodotti Oltralpe, soprattutto verso Germania, Spagna, Portogallo e Paesi extraeuropei per l’alta qualità di quello che definiamo espresso napoletano», sottolinea Walter Wurzburger, titolare Caffè Kremoso.
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