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Favori in cambio di scarpe, indagata la garante dei detenuti

Favori in cambio di scarpe, indagata la garante dei detenuti

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Avrebbe procurato favori illeciti a un detenuto di cui si stava occupando: per questo motivo la garante dei detenuti della provincia di Caserta, Emanuela Belcuore, è indagata, per corruzione e altri reati, dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Secondo i magistrati, avrebbe procurato a un detenuto un telefonino intestato a uno straniero avvertendolo, successivamente, di far sparire subito il cellulare perché ci sarebbe stata una perquisizione nella cella. Inoltre, la garante si sarebbe messa all’opera per fare avere allo stesso carcerato un relazione di servizio positivo: per questo aveva contattato la direttrice del carcere di Santa Maria Capua Vetere e il magistrato di sorveglianza senza però effetti positivi. In cambio di questa attenzione, avrebbe ricevuto dalla sorella del recluso, proprietaria di una boutique, un paio di scarpe e altri regali dalla sorella. Pochi giorni fa gli investigatori avevano eseguito alcune perquisizioni sequestrati alla garante computer e cellullari che ora sono al vaglio per cercare elementi utili alle indagini. Emanuela Belcuore, intanto, ha rassegnato le dimissioni dalla carica assegnatale a giugno di tre anni dal presidente della Provincia di Caserta, Giorgio Magliocca. Più volte la Belcuore aveva denunciato alcune criticità del penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, in particolare i controlli non attenti all’ingresso chiarendo comespesso, quando entrava nel carcere, non venisse sottoposta ad alcuna perquizioni. I suoi colloqui con i detenuti, però, sono finiti nel mirino degli investigatori che ne hanno ritenuto poco chiaro uno con un detenuto. E hanno deciso di indagare per fare luce sulla vicenda. Da ricordare che un altro garante, quello di Napoli, aveva avuto problemi di carattere giudiziario: si tratta di Pietro Ioia, arrestato lo scorso ottobre con l’accusato di aver sfruttato la sua posizione per accere carcere di Poggioreale e portare all’interno droga e telefoni cellulari per i detenuti. Il 21 aprile scorso, i pm hanno chiesto una condanna ad otto anni e otto mesi.

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