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16 Luglio 2023 - 18:37
«Ieri sera un agente di Polizia Penitenziaria in servizio è stato colpito alle spalle e alla nuca da un detenuto. Al poliziotto, unico presente in servizio in quel momento nella Sezione detentiva, è stata data una settimana di prognosi per i colpi ricevuti alle spalle e sulla nuca da un detenuto che voleva tentare anche una improbabile fuga. A soccorrere l'agente sono stati per primi i detenuti presenti che hanno assistito all'aggressione e che hanno bloccato l'aggressore, altrimenti le conseguenze sarebbero state molto più gravi». Lo denuncia Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe.
«Questa è la situazione attuale, a Salerno. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. In pratica, ogni giorno nelle carceri campane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre, fa statistica e nient'altro. Le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna e in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria e - sottolinea - solamente la prontezza degli altri detenuti e professionalità del personale del Corpo intervenuto ha evitato un epilogo ben più drammatico».
«La cosa più grave che emerge da questa ennesima aggressione'', prosegue il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ''è che nulla l'Amministrazione riesce a porre in essere per eliminare queste criticità. Tale situazione di immobilismo da parte dell'amministrazione penitenziaria sta mettendo a dura prova il lavoro della Polizia Penitenziaria, tanto che come Sappe stiamo decidendo di dare vita a breve ad eclatanti azioni di protesta per manifestare il proprio disagio lavorativo''. Per questo, il leader del Sappe ''auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all'ordine del giorno».
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