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«La Comunione? Serve il provvedimento del giudice»

«La Comunione? Serve il provvedimento del giudice»

Il caso a Valle Telesina, nel Beneventano. Il parroco ha rifiutato il sacramento al bambino perché i genitori sono separati e di diversa religione

VALLE TELESINA. Quando ha sentito quelle parole del sacerdote, è rimasto di stucco. Ha pensato ad un errore, di non aver capito, ed invece era proprio così: se suo figlio vuole ricevere la prima comunione, c’è bisogno del provvedimento del giudice. Arriva dalla Valle Telesina questa storia che appare a dir poco assurda, riflesso di una conflittualità tra due persone che si sono separate. Dalla relazione è nato un bimbo per il quale è arrivato il momento di ricevere il sacramento. Come attesta la conclusione della catechesi che ha seguito con altri coetanei, anche loro pronti a vivere tutti insieme quel momento. Secondo la ricostruzione del padre, i problemi iniziano quando lui comunica la decisione alla madre, che è d’accordo, a patto che la giornata venga celebrata con una festa comune, con la sua presenza. Una richiesta formalizzata ufficialmente, nonostante i rapporti tra loro non siano dei migliori. Ecco perché il papà, assistito dall’avvocato Patrizia Pastore, sceglie di adire le vie legali. Lo fa con una istanza sulla quale si pronuncia il giudice Andricciola che, allungando il suo sguardo anche sulla situazione non semplice che regna tra i genitori, dispone che il piccolo faccia la prima comunione. Il papà informa la ex compagna, poi il parroco, che, secondo la sua versione, gli spiega che non può procedere senza aver direttamente contezza dell’ordinanza del giudice. Insomma, ha bisogno di quella carta. Una risposta che fa trasecolare l’uomo, che non ne intuisce la ragione. A proposito: la cerimonia è in programma a fine mese, la speranza è che sia un appuntamento indimenticabile per il minore, e, soprattutto, che non cia siano altre sorprese.

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