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San Pio, caos al pronto soccorso

San Pio, caos al pronto soccorso

BENEVENTO. Una lettera denuncia sulle condizioni difficili del pronto soccorso del San Pio di Benevento. È quanto mette nero su bianco una lettrice che racconta la sua esperienza di ieri sera quando si è rivolta al pronto soccorso del San Pio. «Sono arrivata con l'ansia alle stelle per portare mio marito con tutti i sintomi di un problema al cuore. Il caldo allucinante, la folla, ognuno con i suoi problemi e sentirsi dire ci sono tre codici rossi... Io voglio anche immedesimarmi nei medici, negli infermieri, che non hanno posto, che non hanno risorse umane sufficienti, ma a chi posso chiedere come funziona? Funziona che si fa pari o dispari e si decide a prescindere che si sta bene o male perché ci sono troppe urgenze? Mi è sembrato bruttissimo assistere alla scena di un signore che ha perso le staffe perché aveva la moglie che stava male, in macchina e non avevano tempo perché c'erano altre urgenze. Cristo si è fermato a Eboli e si è fermato anche qui... Io devo solo, se ho fede, affidarmi a Dio e a tutti i Santi del Paradiso e pregare che non si tratti di infarto. Altrimenti sarei solo un altro numero sul necrologio cittadino«. E ancora: «Un numero... e allora mi dico che forse bisogna capire anche chi perde le staffe perché ci si sente completamente impotenti e abbandonati... se fosse al mio posto un politico, una persona dello spettacolo, forse non sarebbe così: mi avrebbero informato, si sarebbero attivati, ma mi sarei sentita meglio? Sicuramente sarei stata felice di riuscire ad adoperarmi per mio marito. Ma sarebbe giusto per la mamma che sta aspettando notizie del figlio e nessuno la informa? Per il marito che vede soffrire la moglie senza poter fare nulla? Per la coppia che vorrebbe solo sapere la zia anziana è in buone mani? Probabilmente queste mie parole non sortiranno nessun effetto, ma mi auguro che chi ha potere pensi almeno solo una volta che la dignità degli esseri umani è la stessa per tutti. Abbiamo solo ruoli diversi e chi ha deciso di dedicarsi al bene pubblico dovrebbe ricordarsi di avere una coscienza...».

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