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27 Luglio 2023 - 08:00
Al Cardarelli così 1.255 visite ortopediche, soltanto 112 nel pubblico
NAPOLI. Intramoenia, il quadro è «particolarmente allarmante» in Campania. A certificarlo è Cittadinanzattiva, che ha avviato un’istanza di accesso civico presso le Regioni per conoscere i dati sulle prestazioni sanitarie erogate in regime pubblico e in intramoenia, e verificare gli eventuali provvedimenti messi in atto dalle amministrazioni laddove sia stato superato il limite previsto dal Piano nazionale di governo delle liste di attesa nel rapporto tra le due attività. In Campania, la stessa Regione segnala che il numero di prestazioni erogate nel canale pubblico è inferiore, per tutti gli esami e le visite monitorate, a quelle erogate in intramoenia, in tutte le aziende ospedaliere. All’ospedale Cardarelli di Napoli sono state eseguite 1.255 visite ortopediche in intramoenia e 112 nel pubblico; all’Ospedale dei Colli sempre a Napoli, nessuna ecografia addominale nel pubblico, ma ne sono state fatte 111 in intramoenia; al Moscati di Avellino 7 visite cardiologiche pubbliche e ben 979 in regime di intramoenia; al San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona a Salerno, infine, 91 ecografie ostetriche nel pubblico e 329 in intramoenia. «In alcune situazioni l’intramoenia, insieme al pronto soccorso, è diventata per paradosso la principale porta di accesso dei cittadini al Servizio sanitario nazionale, rallentato da tempi di attesa troppo lunghi. Siamo dunque di fronte ad un uso distorto di quella che dovrebbe essere una possibilità di scelta per il cittadino, e non una necessità» dice Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. Intanto, la vicepresidente del consiglio regionale della Campania, Valeria Ciarambino, nel corso del question time segnala che «l’enormità delle liste d’attesa in tutto il Paese e nella nostra regione resta una delle criticità più gravi che si traduce in una vera e propria negazione del diritto alla salute. Non possiamo più assistere a scene quotidiane con centinaia di persone in coda davanti ai laboratori privati fin dalle prime ore del mattino per sottoporsi ad esami clinici prima che si esauriscano i tetti di spesa mentre i punti prelievo pubblici attivati in tutti i distretti Asl della Campania, e accessibili senza prenotazione dal lunedì al sabato, sono praticamente deserti perché il cittadino non è neppure a conoscenza della loro esistenza. Alla stessa maniera, a fronte di liste di attesa infinite per una visita specialistica nel pubblico, con disponibilità a distanza di mesi e mesi, gli ambulatori nei distretti delle Asl sono spesso vuoti o sottoutilizzati, perché magari quelle visite i pazienti hanno poi scelto di sostenerle nel privato a proprie spese. Serve una campagna di comunicazione imponente che informi i cittadini dell’offerta pubblica».
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