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27 Luglio 2023 - 10:03
I Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale hanno sequestrato migliaia di reperti archeologici provenienti da scavi clandestini effettuati nel territorio della Provincia di Caserta. Il giro di affari stimato è di circa 3 milioni di euro. Nel corso delle 22 perquisizioni eseguite su disposizione della Procura (tra la Campania, la Basilicata e la Puglia), i Carabinieri hanno rinvenuto, fra l'altro, 95 vasi antichi giudicati di inestimabile valore; 20 reperti archeologici in marmo e 300 reperti di varia natura (vetri, bronzi, etc.), tutti di provenienza archeologica e di interesse culturale, indebitamente sottratti al patrimonio dello Stato, mediante abusivi scavi archeologici effettuati, prevalentemente, nell'area dell'alto casertano e in particolare nella zona anticamente denominata Cales.
I beni archeologici sequestrati risalirebbero ad un arco temporale ricompreso tra l'VIII sec. a.C. e il II sec. D.C. Rilevante è il quantitativo di monete archeologiche rivenute (oltre 1700), databili tra il VI sec. a.C. e l'VIII sec. d.C. (fra le quali alcune in oro e argento), ciascuna delle quali avrebbe potuto raggiungere, sul mercato illecito dei reperti archeologici, un valore che si aggira attorno ai 70-80 mila euro.
Rinvenuti e sottoposti a sequestro anche numerosi strumenti da scavo e 15 metal detector utilizzati, verosimilmente, per la ricerca di monete e metalli antichi. All'esito delle perquisizioni, numerose persone sono state denunciate per ricettazione e furto di beni culturali. Nel medesimo contesto investigativo, nei mesi scorsi, sono state arrestate due persone sorprese ad effettuare scavi all'interno di una necropoli, mentre una terza persona è stata arrestato in flagranza, al confine con la Svizzera, per esportazione illecita di beni culturali, essendo stato trovato in possesso di un ingente quantitativo di monete archeologiche destinato ad essere immesso sul mercato tramite canali di ricettazione estera, avvalendosi, in qualche caso di una nota casa d'asta.
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