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02 Agosto 2023 - 10:55
Era già stato individuato dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere ma all'epoca dei fatti, nel 2015, non furono individuati nei suoi confronti indizi sufficienti per tenerlo in carcere: un albanese di 40 anni, ritenuto il basista della tragica rapina costata la vita all'imprenditore Pasquale Guarino, è stato arrestato dai militari dell'Arma sammaritani con l'accusa di omicidio volontario aggravato, rapina e tentata rapina aggravata, reati commessi in concorso con almeno altre due persone, una delle quali, Argit Turshilla, attualmente sotto processo.
Guarino, secondo quanto emerso dalle indagini che di recente hanno consentito di acquisire nuovi elementi, il 23 settembre 2015 venne sorpreso nella sua azienda di San Tammaro (Caserta) da almeno tre malviventi determinati a sottrargli l'incasso di quel giorno, circa 3mila euro, ricavato dalle vendite dei suoi prodotti al mercato ortofrutticolo di Maddaloni. La sua reazione fu fatale: uno dei banditi sparò due colpi di pistola che raggiunsero l'imprenditore all'avambraccio destro e - purtroppo - alla giugulare, determinandone il decesso.
Il 40enne, che all'epoca era dipendente dell'imprenditore ucciso, viene ritenuto colui che fornì tutte le informazioni necessarie ai complici. Turshilla, anche lui albanese, ha sostenuto il processo di primo e secondo grado incassando 23 anni al primo e 22 anni e 6 mesi al secondo ma la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte di Assise di Appello di Napoli e adesso è nuovamente imputato. I carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, che stanno indagando su questo terribile episodio coordinati dall'ufficio inquirente coordinato dal facente funzioni di procuratore Carmine Renzulli, sono ora sulle tracce di un terzo componente la banda.
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