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Carceri, è allarme in Campania

Carceri, è allarme in Campania

NAPOLI. Circa 7mila detenuti, con 340 donne e 863 stranieri, negli istituti penitenziari per adulti in Campania. E ancora: 372 giovani reclusi dai 18 ai 21 anni e oltre 1.300 tossicodipendenti, poco meno della metà a Poggioreale. E dall’inizio del 2023 si sono verificati tre suicidi e quattro morti per cause ancora da accertare, oltre a circa 50 i tentativi di togliersi la vita. Questa la situazione in Campania, secondo i dati aggiornati forniti dal Garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello. Un dato preoccupane è quello che emerge anche dall’analisi degli Istituti penali per minorenni: su 93 reclusi, di cui 59 a Nisida, 35 sono accusati di omicidio volontari, 31 di tentato omicidio e quattro di omicidio consumato. Altri 35 sono poi accusati di reati contro il patrimonio: 25 per rapina e 20 per furto. E sono 119 giovani in misura alternativa al carcere ospiti delle comunità per minori della Campania. Altro allarme: nella giornata di Ferragosto, Ciambriello ha visitato i padiglioni Napoli, Italia, Genova, Firenze del carcere di Poggioreale riscontrando la presenza di 2.064 detenuti su una capienza ufficiale di 1.639 posti. E il Garante ha riscontrato tre criticità: la necessità di interventi di manutenzione ordinaria nei reparti, visto che in alcuni reparti non si riesce a garantire la doccia calda, così come ancora in molte celle ci sono evidenti segni di muffa e umidità che rendono gli ambienti insalubri; in secondo luogo, il Ciambriello ha sollecitato l’urgenza di procedere immediatamente a una derattizzazione dopo la segnalazione e la conferma della presenza di ratti nei reparti detentivi; infine, c’è l’intenzione di aprire un tavolo di confronto permanente sui livelli di assistenza sanitari e la presenza di personale medico e specialistico in grado di offrire servizi sanitari che assicurino un’adeguata presa in carico della persona e che tengano conto della maggiore difficoltà di accesso alle cure e di maggiore complessità dovuta alla privazione della libertà. Non è pensabile, è il ragionamento del Garante, che si attendano mesi per una radiografia urgente o per una visita specialistica e che non si garantiscano presìdi medici multiprofessionali in ogni reparto: questo nel carcere di Poggioreale ma anche in quello di Secondigliano. Senza dimenticare che nell’ultima relazione del Garante, si richiamava «lo scenario tragico di Poggioreale, in cui i due psichiatri presenti non basterebbero per la numerosa popolazione carceraria composta da 2.052 detenuti. Infatti, se consideriamo che la delibera regionale in materia di salute mentale prevede uno psichiatra ogni 500 detenuti, dovrebbe disporre di almeno quattro specialisti. Ancora di più, c’è da dire che gli psichiatri presenti devono far fronte a 400 detenuti iscritti all’articolazione mentale, di cui una piccola parte si divide tra chi segue una terapia farmacologia e chi ha ricevuto una doppia diagnosi».

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