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Ciambriello: «La proposta di Nordio? Impraticabile»

Ciambriello: «La proposta di Nordio? Impraticabile»

NAPOLI. «Nei 15 istituti penitenziari campani per adulti ci sono 7.001 detenuti, con 340 donne e 863 stranieri. Abbiamo 372 giovani ristretti dai 18 ai 21 anni. C’è una forte presenza di tossicodipendenti, sono 1329, 600 dei quali solo a Poggioreale, e quasi 400 detenuti con malattie mentali.Un contenitore di disperazione, un ospizio dei poveri, una discarica sociale. In Campania dall'inizio dell’anno ci sono stati tre suicidi e quattro morti per cause ancora da accertare. E circa 50 i tentativi di suicidio». A denunciarlo il Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello.

Il ministro Nordio vuole usare le caserme dismesse per combattere il sovraffollamento carcerario: che ne pensa?

«Una proposta impraticabile, sia sul piano teorico che pratico e per i tempi percorribili. È un comodo diversivo, già usato da altri ministri. Le quattromila persone con condanne inferiori ai tre anni di carcere devono avere misure alternative al carcere. Serve una depenalizzazione dei reati minori.. Facciano le direzioni delle carceri, i consigli di disciplina interni arrivare alla magistratura di sorveglianza proposte di misure alternative. Il carcere in molti casi è veleno, piuttosto che medicina, soprattutto per persone fragili o al primo impatto».

Ma lei spesso dice che c’è una risposta concreta in Campania per superare il sovraffollamento: qual è?

«Sono contrario alla costruzione di nuovi carceri, ma da anni a Nola è stato individuato, in località Boscofangone, una spazio per costruire un carcere per 1.200 persone. Perchè non accelerare la costruzione dell’opera? In Campania nei comuni di Sala Consilina, Morcone e Gragnano si potrebbero aprire piccoli Istituti a custodia attenuata. Perché non farlo e riprendere quelle strutture lasciate dal ministero della Giustizia?».

Che fare in questa situazione drammatica, con carenza di organici anche tra la polizia penitenziaria? Quali possono essere le soluzioni a breve e medio termine?

«Ridurre l’impiego del carcere, della custodia cautelare. La pena detentiva è l’estrema ratio. E poi la certezza della pena che si coniuga sia con la qualità della stessa, che passa attraverso il diritto alla salute, al lavoro, alla cultura, agli affetti, sia con il fatto che ci sono sempre centinaia di innocenti in carcere che uscendo chiedono un risarcimento economico per ingiusta detenzione. E quindi attenzione alla custodia cautelare in carcere per tutti i reati. Occorre consentire a chi ha brevi pene, molto basse, di essere affidato a strutture socio assistenziali, strutture terapeutiche o per malati di mente. Servono più figure sociali in carcere. E poi, perché non avere il coraggio di un indulto, provvedimento previsto dalla nostra Costituzione e non più applicato dal 2006?».

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