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Rilancio del Mezzogiorno, scontro al Sud sulla Zes unica

Rilancio del Mezzogiorno, scontro al Sud sulla Zes unica

NAPOLI. Il giorno dopo il varo del decreto che, a partire dal primo gennaio 2024, istituirà una Zona economica speciale (Zes) per tutto il Sud, si accende lo scontro. A dare fuoco alle polveri è Vincenzo De Luca (nella foto a sinistra). Il governatore della Campania carica a testa bassa il provvedimento, bocciandolo come «demenziale». Si tratterebbe di una decisione che «danneggia il Sud e nasconde la volontà di centralizzare tutto».

«IL TIMORE DELLA MALABUROCRAZIA». Il motivo è per il presidente della Regione Campania essenzialmente di carattere burocratico: «Da Roma 60 persone dovrebbero fare l’istruttoria su centinaia di imprese che chiederanno di insediarsi nel Sud». De Luca teme che in questo modo «perderemo mesi e anni senza concludere nulla, faremo la fine fatta sul Pnrr e sui fondi sviluppo e coesione ancora bloccati, come ho ricordato anche alla Meloni». Poi l’accusa più dura: «Pensano di fare i voti gestendo le zone economiche speciali».

«LA ZES UNA GRANDE OPPORTUNITÀ». Le parole di De Luca non restano senza risposta. Da un lato si accende lo scontro con Fratelli d’Italia, grande sponsor del provvedimento, dall’altro ci sono governatori del Mezzogiorno che la pensano diversamente. A cominciare da Vito Bardi (nella foto a destra): «La Zes unica del Sud è una grande opportunità: la sfida è attrarre nuovi investimenti nei territori e su questo servirà un focus dedicato da parte nostra, magari replicando la struttura di missione a livello istituita a livello nazionale», dice il presidente della Basilicata. Bardi promuove anche il rinnovato ruolo del Governo sui fondi di Coesione: «Al netto delle fisiologiche polemiche centralisti contro autonomisti, serve una svolta riguardo una gestione che non ha ridotto le distanze Nord-Sud. Servono grandi progetti per le macroaree e non più piccoli progettini comunali».

«LA SEMPLIFICAZIONE DEL GOVERNO MELONI FARÀ DA LEVA AL MEZZOGIORNO». Netta la replica che a De Luc arriva da Fdi che parla «rivoluzione», e spiega come ci siano importanti novità «sulla semplificazione e l’uso dello strumento del credito di imposta allargato che viene applicato all’intero territorio meridionale. Questo consentirà di avere una visione di insieme, e non frastagliata in 8 potentati campanilisti». Come dire: le preoccupazioni del presidente campano sono infondate. Inoltre, «il costo della riorganizzazione della governance a unica Zes è inferiore a quello delle attuali 8 commissariate che rispondevano più a logiche spartitorie che meritocratiche. Avere condizioni agevolate attraverso tagli di tasse e burocrazia - ricorda Fdi -, attraverso un’unica visione strategica, consentirà il rilancio del Sud produttivo e non assistenzialista».

SCONTRO ANCHE SULLA SANITÀ. Ma lo scontro tra De Luca e il Governo non si limita alle Zes. Il governatore campano, nel corso della sua tradizionale diretta Facebook, è tornato nuovamente a porre anche un altro tema molto delicato: quello della Sanità. «È la priorità politica assoluta», ha detto secco, alludendo alle decisioni che l’Esecutivo sarà chiamato a prendere con la Manovra. De Luca ha chiesto d’investire sulla formazione dei medici e per la sanità pubblica «che viene prima di ogni altra cosa», aggiungendo che «al Governo si deve dire che se vogliono taglino dappertutto, ma non nella sanità».

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