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Pichetto Fratin: stop fossili, abbracciamo le rinnovabili

Pichetto Fratin: stop fossili, abbracciamo le rinnovabili

SAN MARCO DEI CAVOTI. «Non possiamo cambiare tutto e non possiamo in un periodo breve incidere sull’intero sistema energetico: ma una cosa la dobbiamo alle future generazioni, dopo aver consumato tutto nei trascorsi due secoli, dobbiamo invertire la rotta e abbandonare il consumo delle risorse fossili». Il ministro Pichetto Fratin, ieri nel Sannio per sottoscrivere un patto, un’intesa con gli imprenditori impegnati sui versanti dell’Ambiente e dell’Energia, sa di non avere la bacchetta magica. Predica equilibrio ma, da buon torinese, è animato dalla determinazione di trovare in sistemi nuovi le risposte, impegnando ogni risorsa per scoprire le possibilità di abbracciare il nucleare 4.0, dell’idrogeno e delle rinnovabili. «Dobbiamo smettere di giocare questa partita in difesa», ha spiegato il ministro agli imprenditori, «come governo noi fissiamo dei numeri, ma voi che investite dovete guardarli come riferimento minimo per quello che si può fare non come limite. Sull’eolico off shore sto per chiedere risposte “robuste” perché abbiamo intenzione di portare il consumo energetico su livelli sostenibili. Oggi tutto il fabbisogno energetico (320 miliardi) per due terzi proviene da carbone e petrolio. Il restante terzo dall’idroelettrico, che è vecchio di trent’anni, perché nessuno ha messo mano a una modernizzazione delle turbine che servono le dighe. Il nostro paese è esposto per 60 miliardi con paesi esteri, da dove compriamo, per lo più, nucleare. Il progetto è arrivare, al contrario, a due terzi di rinnovabili, eolico, fotovoltaico, geotermico e idrogeno. L’altro terzo da fossile, ma senza più utilizzare il carbone, che è il principale responsabile delle emissioni nocive all’ambiente. Vi svelo una notizia che vedo girare poco: tra un anno, dopo uno studio durato pochissimo, in Sardegna metteremo alla prova i primi treni a idrogeno. Impensabile fino a pochissimo tempo fa». Il ministro Fratin poi si sofferma su uno dei principali freni all’iniziativa imprenditoriale, che se lasciata libera potrebbe effettivamente cambiare il sistema: il peso eccessivo della burocrazia. «Lo so, il governo ne è consapevole. I passi che compie la tecnologia sono importanti, notevoli, veloci. Pensate che soltanto venti anni fa, nell’energia operavano 600/700 imprese di medio e grande livello. Adesso sono un milione e 700mila. Non si può continuare a gestire una mutazione del genere con le stesse regole di venti anni fa. Il sistema va riformato, ma senza fare guai, toccando corde che adesso sono ben accordate con le esigenze. Ci vuole, come per ogni cosa, equilibrio». In conclusione, la politica energetica del ministro Pichetto Fratin è un buon punto di partenza, ma deve essere ulteriormente sviluppata e migliorata per raggiungere gli obiettivi di sicurezza e sostenibilità. Pichetto Fratin ha la volontà di dare una svolta al settore energetico italiano e ha annunciato una serie di iniziative concrete. Staremo a vedere.

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