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Pil, la Campania “salva” l’Italia

Pil, la Campania “salva” l’Italia

L’export della regione vola davanti a tutti frenando la caduta dell’economia

NAPOLI. L’Italia dice grazie alla Campania. In un contesto in cui la domanda interna langue, le esportazioni della regione hanno messo le ali e nel secondo trimestre dell’anno hanno letteralmente “salvato” la crescita della Nazione, frenando la caduta del Pil. Il dato del -0,4%, infatti, sarebbe stato certamente più grave senza l’apporto della dinamica più che positiva delle esportazioni in Campania che, facendo registrare un notevole +25,5% sono andate in natta controtendenza rispetto al resto d’Italia. I dati diffusi ieri dall’Istat dicono che la riduzione è molto ampia per il Centro (-15,7%), più contenuta per il Nord-est (-2,6%) e per il Sud e le Isole (-2,4%), ma la Campania è risultata la prima regione in Italia per aumento delle esportazioni su base annua.

BOOM DI VENDITE VERSO LA SVIZZERA. In particolare, nei primi sei mesi del 2023, i contributi maggiori alla crescita su base annua dell’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite della Campania verso la Svizzera (+96,3%), battute soltanto da quelle delle Marche verso la Cina (+1.875,8%).

PRIMO SEMESTRE DA RECORD. È andata bene anche in altri territori del Sud. Se la regione più dinamica all’export in assoluto è stata la Campania, infatti, al secondo posto troviamo la Calabria (+20,6%), e a seguire Marche (+18,2%), Molise (+16,2%) e Piemonte (+15,6%), che da solo contribuisce per 1,4 punti percentuali. La performance positiva di Lombardia si ferma invece a +3,5%, battuta dalla Toscana (+10,4%). Per contro, si segnalano le dinamiche negative di Lazio (-9,4%), Sicilia (-17,2%), Sardegna (24,3%) e Friuli-Venezia Giulia (9,7%).

BENE FARMACEUTICI E CHIMICOMEDICINALI. Nello stesso periodo, l’aumento delle vendite di autoveicoli dal Piemonte e di macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) da Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto spiega per 1,9 punti percentuali la crescita dell’export nazionale; un ulteriore contributo di 1,4 punti deriva dalle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Marche, Toscana e Campania. All’opposto, la contrazione dell’export di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna, in particolare, e dalla Liguria fornisce un contributo negativo di 0,9 punti percentuali alla variazione delle esportazioni. Nell’analisi provinciale dell’export fatta dall’Istat «si segnalano le performance positive di Torino, Milano, Napoli, Ascoli Piceno, Livorno e Siena; i maggiori contributi negativi derivano da Siracusa, Cagliari e Latina», spiega l’istituto di statistica.

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