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Prezzi impazziti, famiglie campane ko

Prezzi impazziti, famiglie campane ko

NAPOLI. Una situazione ormai da allarme rosso. Il costante aumento dei prezzi finisce sul tavolo di Palazzo Chigi. Oggi il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, incontrerà i sindacati assieme al garante dei prezzi: «Mi aspetto che i sindacati portino proposte e anche critiche», avverte Urso.

BENI DI PRIMA NECESSITÀ A PREZZI RIBASSATI. Il Governo punta soprattutto sulla conferma del taglio al cuneo fiscale da varare in manovra e mette in campo il patto anti-inflazione sottoscritto dai rappresentanti delle imprese di tutta la filiera che il 28 vedrà la firma formale a Palazzo Chigi assieme alla premier, Giorgia Meloni. La firma avverrà insieme alle associazioni aderenti della distribuzione, del commercio e dell’industria del largo consumo. Il patto prevede di offrire un paniere di prodotti del carrello della spesa e di prima necessità a prezzi ribassati o calmierati dal primo ottobre al 31 dicembre.

ALLARME PREZZI ALIMENTARI. Ma nel frattempo la situazione sul fronte prezzi appare sempre più critica. Soprattutto per gli alimentari, la cui corsa continua ad essere praticamente doppia rispetto al tasso d’inflazione ufficiale. A Napoli i prodotti alimentari sono costati nell’ultimo mese l’11,5% in più rispetto allo scorso anno. A cominciare dall’aumento dell’olio.

L’OLIO EXTRAVERGINE ALLE STELLE. All’interno del paniere di beni essenziali, infatti, troviamo che non si ferma la corsa dei prezzi per gli oli extravergine d’oliva, non solo per quelli 100% italiani ma anche per i blend di origine comunitaria e addirittura per gli oli che utilizzano materia prima extra Ue. Ad agosto i prezzi all’ingrosso sono già aumentati moltissimo: l’olio extravergine d’oliva italiano è raddoppiato (+99,7%), mentre l’olio vergine d’oliva registra un incremento del +128,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ed è così che sugli oli di qualità italiani gli aumenti al consumo incideranno tra il 20 e il 30%, mentre il prezzo degli oli di origine comunitaria sono già più che raddoppiati. Malissimo a Napoli anche il costo di mobili, articoli e servizi per la casa. Anche qui parliamo di beni fondamentali per le famiglie che in 12 mesi sono rincarati di ben il 5,5% in più.

AUMENTANO LE SPESE PER COLF E BADANTI. A questi costi si aggiungono anche quelli che devono sostenere le famiglie - sempre più numerose in virtù dell’aumento della presenza di anziani e disabili da accudire - costrette a fare ricorso a colf e badanti: secondo le stime di Assindatcolf, infatti, l’emergenza inflazione ha iniziato a pesare determinando nei primi sei mesi dell’anno un aumento medio del costo dei servizi di assistenza forniti dai collaboratori domestici pari a 58 euro (passando da 733 di gennaio a 791 di luglio), che diventano quasi 80 euro netti nel caso della badante, con pesanti ricadute sui budget familiari.

IN CAMPANIA OGNI FAMIGLIA IN MEDIA SPENDE IL 6,3% IN PIÙ. Ma la lista, a cominciare dai trasporti appena rincarati a Napoli per bus, metropolitane e funicolari, è molto lunga. L’effetto sui portafogli delle famiglie è presto detto: l’Unione nazionale consumatori stima in Campania un aumento medio di 1.201 euro annui a famiglia, pari al 6,3% in più rispetto allo scorso anno. Andando a guardare i dati provinciali, in Campania Benevento risulta il capoluogo più caro, con un aumento di 1.439 euro (+7,4%). Segue Napoli, dove una famiglia media deve spendere 1.275 euro (+6,3% su base annua), poi Avellino (1.275 euro e un aumento pari al 6,3%). Infine Caserta, che si segnala come la città meno cara della Campania, con un aumento del 5,4%, che tradotto vuol dire 1.050 euro in più per ogni famiglia.

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