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09 Ottobre 2023 - 18:39
L'incidenza del Pnrr per lo sviluppo del Mezzogiorno "sarà certamente inferiore alle aspettative iniziali. Troppi fattori hanno pesato a sfavore. Alcuni esterni, come la crisi energetica, la guerra in Ucraina, l'inflazione tornata a essere un problema per i conti pubblici. Altri, invece, riguardano scelte poco avvedute o gestioni inefficaci". Lo ha detto il presidente dell'Unione industriali di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, nel corso del convegno sul tema "L'Europa e lo sviluppo del Mezzogiorno. Banche, imprese e istituzioni".
"La revisione del Piano, con l'eliminazione di una serie di opere prevalentemente da realizzarsi nel Mezzogiorno - ha aggiunto - porta a chiederci il motivo per cui fossero stati inseriti interventi di cui si è constatata l'impossibilità di realizzazione entro il 2026. Il perdurante deficit delle amministrazioni meridionali in termini di quantità e qualità degli organici ci induce, inevitabilmente, a domandarci per quale motivo, pur potendo disporre di ingenti risorse, non si riescano a risolvere problemi annosi di questo Paese, i cui tassi di sviluppo da qualche decennio sono largamente inferiori a quelli dei principali partner europei".
"Come Unione Industriali Napoli - ha proseguito il presidente - stiamo da tempo rimarcando l'esigenza di riportare la questione meridionale al centro delle politiche di sviluppo nazionali. Lo facciamo nella consapevolezza che il rilancio del Mezzogiorno è un traguardo che interessa raggiungere al Paese e che è molto importante anche per l'Unione Europea, in quanto può fornirle la migliore garanzia rispetto alla solidità economica, sociale, politica, finanziaria, di uno dei suoi Stati membri principali. Se cresce il Mezzogiorno, si innalza il tasso di occupazione nazionale avvicinandosi sensibilmente alla media europea. Aumenta conseguentemente il Pil italiano e si determinano le condizioni per una corposa riduzione dell'anomalo debito nazionale", ha concluso.
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